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La cosmetica etica e rispettosa di Giannantonio Negretti, presidente di Beauticon Valley

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La cosmetica etica e rispettosa di Giannantonio Negretti, pioniere della bellezza e presidente di Beauticon Valley. “Corology”, la nuova rivoluzione nell’hairstayling

La cosmetica etica e rispettosa di Giannantonio Negretti, presidente di Beauticon Valley

La cosmetica etica e rispettosa di Giannantonio Negretti, pioniere della bellezza e presidente di Beauticon Valley. “Corology”, la nuova rivoluzione nell’hairstayling

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La cosmetica etica e rispettosa di Giannantonio Negretti, presidente di Beauticon Valley

La cosmetica etica e rispettosa di Giannantonio Negretti, pioniere della bellezza e presidente di Beauticon Valley. “Corology”, la nuova rivoluzione nell’hairstayling

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La cosmetica è approdata nelle nostre vite da oltre 130 anni. Eppure, il rapporto tra consumatore e industria cosmetica si è rivelato deludente nell’87% dei casi. Un dato che riflette un’insoddisfazione diffusa, dovuta al fatto che troppe promesse legate alla bellezza non vengono mantenute. A denunciarlo è Giannantonio Negretti, presidente di Beauticon Valley Holding Società Benefit. “La cosmetica, se liberata dalle logiche dell’illusione, può diventare un antidoto alla disumanizzazione che caratterizza la nostra società. Ma per farlo, deve prima di tutto imparare a rispettare chi si affida ad essa”, dichiara Negretti.

Per il noto imprenditore – nonché autore della “Cosmetica Umanistica, una filosofia che mette le persone e la conoscenza al centro del settore beauty” – a cambiare prima di tutto dovrebbe essere la considerazione che le stesse aziende del settore hanno nei confronti dei clienti e dei professionisti.

Financo quella che la società ha nei confronti di chi lavora nel mondo dell’estetica. “La bellezza, purtroppo, inizia con la violenza. – spiega Negretti – Basti pensare alle indicazioni che vengono date ai ragazzi che si affacciano alle scuole superiori. Spesso i ragazzi ‘poco promettenti’ vengono invogliati ad intraprendere percorsi di studi nei centri professionali, come se fossero studi di seconda categoria”.  In contrapposizione a questo pensiero comune, la visione umanistica di Negretti appare una necessità. Ovvero: cominciare a considerare la cosmetica come un elemento di responsabilità sociale.

Tanto che la stessa Associazione Italiana Medici e Consumatori (Assomedicom) ha lanciato un appello per promuovere una comunicazione sanitaria etica, trasparente e deontologicamente corretta. Ponendo una riflessione urgente: la sicurezza dei pazienti non si gioca solo in sala operatoria, ma comincia molto prima, nella comunicazione.

“Non basta che un medico sia qualificato. Deve anche saper comunicare in modo responsabile – sottolinea il presidente di Assomedicom, Giancarlo Loiacono Bellavitis -Troppi pazienti si affidano a post sponsorizzati, testimonial improvvisati e promozioni aggressive. È inaccettabile che si possa promuovere un intervento chirurgico come si vendesse uno shampoo. La salute non è un trend da inseguire“.

La cosmetica – continua Negretti – dovrebbe mirare all’etica del rispetto e ad un’idea di onestà nel rapportarsi con i clienti, uomini e donne che siano”. Per questo la visione del presidente di Beauticon Valley è pionieristica. Perché vuole dimostrare che anche in questo settore si può fare profitto senza inganno. E soprattutto, la necessità di comprendere le esigenze dei consumatori che approcciano alla cosmetica. “Siamo innamorati della ricerca perché rende più oggettivo il nostro lavoro. – spiega Negretti- Abbiamo scoperto le 5 caratteristiche universali che i clienti, soprattutto donne, cercano nel settore cosmetico: prolungare la giovinezza, rafforzare l’autostima, smorzare le ansie, aumentare il benessere relazionale e di conseguenza illuminare la propria anima”.

Comprendere questi bisogni significa non solo migliorare l’offerta del settore, ma anche ripensare radicalmente alla formazione di chi lavora nella cosmetica, affinché sia davvero in grado di rispondere a tali esigenze in modo consapevole e professionale. È proprio in questa direzione che si inserisce il lavoro del Poliestetico di Milano, fondato dallo stesso Negretti, dove la ricerca diventa strumento concreto di innovazione e responsabilità.

Da qui è nata una vera e propria rivoluzione nella formazione dell’hairstayling, grazie a “Corology”. Una scoperta che ha segnato il superamento della tradizionale colorimetria per approdare a una nuova disciplina: la ‘colorologia’. “Abbiamo sempre dato per scontato – spiega il professor Alessandro Rizzi, docente e ricercatore dell’Università di Milano e padre di questa ricerca voluta da Negretti– che la colorimetria fosse il metodo giusto per insegnare il colore ai parrucchieri. Ma in realtà, non è mai stata compatibile con il capello che non è un materiale opaco, ma traslucente e soggetto a dispersione della luce. Per questo i modelli tradizionali non funzionano. Con Colorology abbiamo trovato finalmente un metodo oggettivo per insegnare e applicare il colore, come riportato in diverse pubblicazioni scientifiche”.

A spiegare più nel dettaglio il funzionamento del nuovo approccio è lo stesso Rizzi. “Abbiamo lavorato per anni per capire come trasmettere il concetto di colore ai parrucchieri. Ci siamo resi conto che gli strumenti attuali sono limitati: nei manuali scolastici, la colorazione dei capelli è trattata in poche pagine, e gli studenti sono costretti a memorizzare nozioni vaghe e poco applicabili nel lavoro quotidiano. Così, molti hairstylist imparano il colore solo con l’esperienza, senza un vero metodo alle spalle”.

Per colmare questa lacuna, il team dell’Università di Milano ha sviluppato un sistema didattico strutturato: un manuale di oltre 300 pagine affiancato da un gioco da tavolo. “Sappiamo che il gioco è un metodo didattico potente – conclude Rizzi – Non si tratta solo di intrattenere, ma di creare un percorso di apprendimento interattivo che aiuti ad assimilare concetti complessi con maggiore facilità”.

Una rivoluzione che porta la firma di Negretti e della sua visione umanistica della bellezza. “Con Colorology vogliamo riportare autenticità, scienza e innovazione al centro della formazione – spiega il presidente -È così che vogliamo formare i professionisti di domani: non solo competenti, ma anche custodi del benessere autentico di chi si affida a loro, restituendo dignità a chi la pratica e fiducia a chi la cerca.

Di Claudia Burgio

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