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I libri proibiti che uccidono e salvano

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I libri si leggono o si mangiano? La lettura è una forma di pasto. Si legge mangiando e si mangia leggendo

I libri

I libri proibiti che uccidono e salvano

I libri si leggono o si mangiano? La lettura è una forma di pasto. Si legge mangiando e si mangia leggendo

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I libri proibiti che uccidono e salvano

I libri si leggono o si mangiano? La lettura è una forma di pasto. Si legge mangiando e si mangia leggendo

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I libri si leggono o si mangiano? La lettura è una forma di pasto. Si legge mangiando e si mangia leggendo. Alla fine de “Il nome della rosa” – sia del romanzo sia del film – il venerabile Jorge, diabolico padre benedettino, mangia alla lettera il secondo libro della “Poetica” di Aristotele e muore intossicato perché ha avvelenato proprio quelle pagine. Una volta Umberto Eco disse che gli autori, soprattutto i filosofi, vanno non soltanto letti e studiati ma anche ben digeriti.

L’Indice dei libri proibiti

Evidentemente, Aristotele dovette rimanere un po’ sullo stomaco al venerabile Jorge, che poteva sopportare tutto – anche gli omicidi nell’abbazia di cui non si seppe mai il nome – ma non che gli uomini ridessero. Così il suo ‘fiero pasto’ deve esser preso come una metafora della lettura che può ora salvare ora uccidere. Spesso le due cose, salvezza e pericolo, stanno insieme. L’Indice dei libri proibiti – Index librorum prohibitorum – fu istituito nel 1559 con Paolo IV ed ebbe vita lunga perché fu soppresso soltanto nel 1966: una serie quasi infinita di libri è rimasta indigeribile per la Chiesa.

Invece il 10 maggio 1933, in trentaquattro città tedesche, gli studenti nazionalsocialisti fecero tanti bei roghi dando fuoco a circa 25mila volumi che erano ritenuti contrari allo spirito tedesco. E i comunisti? Non vollero sfigurare e censurarono una gran numero di libri, come “La fattoria degli animali” e “1984” di George Orwell oppure “Il dottor Zivago” di Boris Pasternak, che fu costretto a rifiutare il premio Nobel per la letteratura. Ma sono soltanto alcuni esempi. In Italia? In tempi non lontani da noi sono stati censurati testi di Pier Paolo Pasolini, Aldo Busi, Pier Vittorio Tondelli. Tanti altri – soprattutto libri di critica del comunismo – sono stati per tanto tempo rifiutati, esclusi, boicottati. Si pensi ad “Arcipelago Gulag” di Aleksandr Isaevič Solženicyn o a “Un mondo a parte” di Gustaw Herling, solo per fare due casi.

E che dire del romanzo “Versetti satanici” di Salman Rushdie?

E che dire del romanzo “Versetti satanici” di Salman Rushdie? Il libro romanza l’episodio dell’ispirazione di Maometto e tanto bastò a Khomeyni per pronunciare una fatwa contro il suo autore. Ben trentatré anni dopo questa condanna a morte per blasfemia, il 12 agosto 2022 Rushdie ha subìto un attentato da parte di un fanatico che lo ha accoltellato ripetutamente al collo, all’occhio, all’addome. Tuttora vive in uno stato di stretta sorveglianza perché rischia di essere ucciso. Il suo romanzo è del tutto immangiabile per gli ayatollah.

C’è differenza fra il venerabile Jorge che proibisce Aristotele e il venerabile Khomeyni – perché ci fu chi lo venerò, si pensi al caso Foucault – che proibisce Rushdie fino a volerlo morto? Soltanto una: il primo vive in un libro, il secondo è vissuto a Teheran. La capitale dell’Iran dove Azar Nafisi non poté più insegnare Letteratura inglese ma continuò, finché poté, a insegnare e leggere a casa sua libri della cultura occidentale. Così nacque “Leggere Lolita a Teheran” che fu scritto in inglese negli Usa, non certo nella Repubblica Islamica dell’Iran che è uno Stato integralista-totalitario.

I libri si leggono e si mangiano

Se i libri si leggessero e basta non sarebbero pericolosi e salvifici come sono sempre stati fin dalla fondazione del mondo dei testi sacri e ancor più profani. I libri si mangiano e se ben masticati e buttati giù sono un alimento insostituibile per l’animo e per l’anima. La lettura è una lotta corpo a corpo. Quando si mangia – dicevano i vecchi – non si parla perché si combatte con la morte. Accade la stessa cosa con la lettura: vi è in gioco la nostra vita, per quanto possa sembrare strano. Nel 1670 comparve anonimo il “Trattato teologico-politico” di Spinoza e chi lo leggeva lo faceva a suo rischio e pericolo. Era un libro forgiato all’inferno dal diavolo in persona e, insieme, uccideva e salvava.

di Giancristiano Desiderio

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