La curiosa nascita del Penny Black
La curiosa storia del “Penny Black”, il primo francobollo della storia dall’intuizione del ministro Rowland Hill
| Cultura
La curiosa nascita del Penny Black
La curiosa storia del “Penny Black”, il primo francobollo della storia dall’intuizione del ministro Rowland Hill
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La curiosa nascita del Penny Black
La curiosa storia del “Penny Black”, il primo francobollo della storia dall’intuizione del ministro Rowland Hill
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La curiosa storia del “Penny Black”, il primo francobollo della storia dall’intuizione del ministro Rowland Hill
Il 5 maggio 1862, a poco più di un anno dalla proclamazione del Regno d’Italia e mentre si cerca di unificare un Paese ancora culturalmente lontano dal divenire nazione, viene istituito per regio decreto il Servizio postale nazionale. Già formalmente esistente all’indomani dell’unificazione e incorporante tutti singoli servizi analoghi degli Stati preunitari, al nuovo organismo viene assegnato un compito che va oltre il semplice smistamento di lettere e cartoline. L’obiettivo è quello di riuscire a mettere in comunicazione fra loro le varie anime di uno Stato che ancora si percepiscono come estranee fra loro.
In sostanza le Poste devono contribuire a “fare gli italiani” e in più vengono deputate a favorire il funzionamento anche della macchina istituzionale, mettendo in contatto Ministeri, enti e amministrazioni che prima di allora non hanno mai dialogato fra loro. Intorno al nuovo servizio di Stato nasce una intera rete di logistica, smistamento e comunicazione. In un Paese largamente analfabeta, le Poste mettono a disposizione, all’interno dei propri uffici, personale che assiste l’utenza e la aiuta nella scrittura e nella lettura delle missive, mentre chilometri di cavi e pali del telegrafo mettono in rete l’Italia.
E pensare che nel 1850, quando il primo francobollo viene introdotto nel nostro Paese, in Inghilterra da oltre dieci anni si era pensato di modernizzare i sistemi di corrispondenza. Con il Post Office Reform del 1837 era stata introdotta una tassa da un penny su ogni lettera, da corrispondere mediante l’apposizione di un’etichetta adesiva a comprova dell’avvenuto pagamento. Padre dell’idea era stato Rowland Hill, un funzionario del Ministero del Tesoro che anni prima aveva assistito a un episodio curioso. Durante un viaggio in Scozia aveva scoperto che, per evitare di pagare la tassa sul recapito della corrispondenza, alcune persone avevano ideato un sistema di codici apposto sulle buste che ne esplicitavano il contenuto e ne rendevano inutile l’apertura, consentendo così di rimandarle indietro senza pagare alcunché.
Dalla sua intuizione era nato così il “Penny Black”, primo francobollo della storia, di colore nero, raffigurante il profilo della regina Vittoria, emesso per la prima volta il 6 maggio 1840. L’idea di Hill rivoluzionerà il servizio postale britannico e aprirà la strada a un’innovazione epocale. Oggetto di un collezionismo sfrenato, il primo “Penny Black” originale, appartenuto al parlamentare Robert Wallace, nel 2021 è finito all’asta da Sotheby’s per una cifra intorno ai 6 milioni di sterline. Rowland Hill, il padre del francobollo, venne licenziato dal Ministero del Tesoro nel 1842, alla fine del suo mandato.
Otterrà però la sua rivincita perché nel 1854 tornerà là dove tutto aveva avuto inizio, ma stavolta come direttore generale delle Poste d’Inghilterra. Alla faccia di chi lo aveva ritenuto buono solo per un francobollo.
di Stefano Faina e Silvio Napolitano
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