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regista Milcho Manchevski

Manchevski, il regista che voleva troppo

È in atto una vergognosa persecuzione politica ai danni del regista di “Prima della pioggia”, Milcho Manchevski. Vi raccontiamo perché
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Manchevski, il regista che voleva troppo

È in atto una vergognosa persecuzione politica ai danni del regista di “Prima della pioggia”, Milcho Manchevski. Vi raccontiamo perché
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Manchevski, il regista che voleva troppo

È in atto una vergognosa persecuzione politica ai danni del regista di “Prima della pioggia”, Milcho Manchevski. Vi raccontiamo perché
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È in atto una vergognosa persecuzione politica ai danni del regista di “Prima della pioggia”, Milcho Manchevski. Vi raccontiamo perché
“Prima della pioggia” (titolo originale: “Pred doždot”) rientra indiscutibilmente nell’elenco dei migliori lungometraggi mai realizzati. Leone d’Oro come miglior film alla 51ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e candidato all’Oscar per il miglior film straniero, il dramma con Katrin Cartlidge e Grégoire Colin rivelò al mondo del cinema il talento di Milcho Manchevski. Oggi, a quasi trent’anni di distanza da quel capolavoro, il regista di Skopje deve fare i conti con una vera e propria persecuzione politica. Andiamo per gradi. La società di produzione di Manchevski, la Banana Film, ha denunciato per corruzione la Macedonian Film Agency e l’Association of Filmmakers, invitando i colleghi a fornire testimonianze delle pratiche illecite. Un j’accuse coraggioso – Manchevski ha puntato il dito contro la potente agenzia che sostiene il cinema macedone – ma fatto per amore della settima arte e del suo Paese. La reazione non si è fatta attendere: stop immediaton ai contributi concordati per i suoi film e contratti stracciati, con tanto di denuncia penale da parte della stessa Macedonian Film Agency nei confronti della Banana Film per presunte irregolarità. Nessuna istituzione statale è riuscita ad accertare reati da parte della società di Minchevski: lo stesso Ministero della Cultura ha certificato che non vi è mai stato alcun utilizzo dei fondi ricevuti dall’agenzia inappropriato o contrario agli accordi. «Il momento che è stato scelto per agire in relazione ai progetti realizzati dal regista Milcho Mancevski è indicativo di una volontà di vendetta nei confronti di una persona che ha sporto denuncia e chiesto di indagare sul conflitto di interessi» ha protestato l’organizzazione non governativa Transparency International: «Secondo la legge anticorruzione, nessuno dovrebbe subire conseguenze per aver segnalato un caso di comportamento corrotto. Inoltre il codice penale prevede una sanzione per chi non denuncia un comportamento illegale di cui sia venuto a conoscenza». Sono seguiti mesi di vessazioni per il cineasta che con le sue pellicole ha contribuito a far conoscere al mondo intero l’esistenza e la qualità del cinema nella Macedonia del Nord. Ma non è finita qui: al blocco dei suoi progetti si è aggiunta una campagna diffamatoria sui media filogovernativi che hanno bollato Minchevski come «pedofilo» e «criminale». Senza dimenticare i tanti messaggi di minacce e intimidazioni. La Mostra del cinema di Venezia con il direttore Alberto Barbera e le associazioni Anac-Autori e 100 Autori hanno manifestato solidarietà e vicinanza. Ma l’intero movimento dovrebbe schierarsi al suo fianco in questa battaglia di giustizia e di libertà. di Massimo Balsamo

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