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Judge Dredd

Origini e sviluppo del personaggio di Judge Dredd, il poliziotto brutale che ci aiuta a capire quanto in basso possa arrivare l’uomo.
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Judge Dredd

Origini e sviluppo del personaggio di Judge Dredd, il poliziotto brutale che ci aiuta a capire quanto in basso possa arrivare l’uomo.
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Origini e sviluppo del personaggio di Judge Dredd, il poliziotto brutale che ci aiuta a capire quanto in basso possa arrivare l’uomo.
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Origini e sviluppo del personaggio di Judge Dredd, il poliziotto brutale che ci aiuta a capire quanto in basso possa arrivare l’uomo.
Il britannico John Wagner ha visto Clint Eastwood interpretare al cinema “Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!” e, come tanti, è rimasto affascinato dall’allure del ‘poliziotto bastardo’. Si butta infatti nella scrittura di “One-Eyed Jack”, un fumetto su un detective spietato quanto Clint e reso pure orbo da un rapinatore. Le storie, in cui fanno la parte del leone le monocromie sincopate di John Cooper, mostrano come Jack non abbia gradito affatto il dimezzamento della vista e applichi con generosità il Codice di Hammurabi. I lettori apprezzano. Il suo vecchio amico Patt Mills sta per lanciare una nuova rivista di fumetto chiamata “2000 AD” ed è alla ricerca di qualche pezzo forte che trascini le vendite: un personaggio come Jack sarebbe l’ideale per fidelizzare il pubblico nella lettura di storie vicine allo zeitgeist, che a quanto pare è affamato di storie su sbirri cazzuti. Mills parla quindi a Wagner di una striscia horror su un detective dell’occulto che però lo convince poco, tranne che per il titolo “Judge Dread” (Giudice Terrore) in onore del nome d’arte dell’imponente cantante reggae Alexander Minto Hughes. Volendo giocare per allusioni preferiscono modificare allora il nome ed esce così nel 1977, sul secondo numero di “2000 AD”, la prima storia di Judge Dredd: “Lui è la legge” recita il sottopancia promozionale. Il personaggio è prevedibilmente una sorta di Callaghan, ma portato alle estreme conseguenze in un 2099 flagellato da guerre nucleari, sovrappopolazione, lande radioattive, disoccupazione rampante e molta, moltissima criminalità. Il sistema liberale è in frantumi e la civiltà si poggia sulla figura di poliziotti-giudici-boia conosciuti semplicemente come Giudici. Con buona pace di Montesquieu, questi spietati vigilanti sono l’unico baluardo che difende dal caos Mega-City One, la megalopoli che raccoglie ciò che rimane degli Usa, con i suoi 400 milioni di abitanti – sopravvissuti dall’ultima guerra – che vivono in densi complessi abitativi verticali chiamati City Block, capaci di ospitare ognuno ben cinquantamila persone. Il disegnatore originale, lo spagnolo Carlos Ezquerra, conferisce al personaggio e agli ambienti un aspetto unico nel loro genere, rendendo iconiche col suo stile pittorico le suggestioni distopiche. Tuttavia mantiene uno spirito di sottile e costante parodia nella rappresentazione, dove il ‘troppo’ è l’unica cifra stilistica adatta a contenere le suggestioni grottesche. Sulle zozze vie che costeggiano questi mega condomini il Giudice Dredd si muove infatti in sella alla sua moto lawmaster, un carro armato su due ruote, pronto ad applicare la legge con la brutale efficienza della sua arma d’ordinanza, chiamata non senza ironia lawgiver. Soprattutto un elmo oscura la parte superiore del suo volto lasciandone visibile solo la bocca, e non mostrare mai il viso integrale di Dredd è uno dei comandamenti del fumetto. Le avventure di questo poliziotto fascista e brutale piacciono da subito probabilmente per un effetto catartico, quasi di esorcismo; un futuro così terribile come quello descritto non può e non deve accadere, ma allenare la fantasia a riconoscere l’eventualità di un tale baratro è un esercizio apotropaico in cui Giudice Dredd ci accompagnerà sino a che la pace nel mondo non sarà realtà. Sino ad allora, benvenuti a Mega-City One. di Camillo Bosco

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