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A scuola debutta una nuova materia: “l’ora dei sentimenti”

Educare le emozioni non solo è possibile ma necessario. Serve cominciare fin da piccoli e, finalmente, pare che anche l’Italia si stia muovendo per portare questa “materia” nelle scuole. Intanto arriva l’Ok della Commissione al bonus psicologo.
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A scuola debutta una nuova materia: “l’ora dei sentimenti”

Educare le emozioni non solo è possibile ma necessario. Serve cominciare fin da piccoli e, finalmente, pare che anche l’Italia si stia muovendo per portare questa “materia” nelle scuole. Intanto arriva l’Ok della Commissione al bonus psicologo.
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A scuola debutta una nuova materia: “l’ora dei sentimenti”

Educare le emozioni non solo è possibile ma necessario. Serve cominciare fin da piccoli e, finalmente, pare che anche l’Italia si stia muovendo per portare questa “materia” nelle scuole. Intanto arriva l’Ok della Commissione al bonus psicologo.
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Educare le emozioni non solo è possibile ma necessario. Serve cominciare fin da piccoli e, finalmente, pare che anche l’Italia si stia muovendo per portare questa “materia” nelle scuole. Intanto arriva l’Ok della Commissione al bonus psicologo.
Da poco è stata approvata alla Camera una legge che aiuta i ragazzi a valorizzare le proprie emozioni: in Italia, infatti, si potrebbe introdurre l’educazione emotiva nelle scuole in un programma sperimentale. Un passo davvero importante per la scuola in quanto l’apprendimento socio-emotivo la maggior parte delle volte tende ad essere sottovalutato, ma in realtà è essenziale e porterebbe gli studenti ad acquisire competenze necessarie per gestire le proprie emozioni in situazioni come la scuola, il lavoro e le relazioni.  Può aiutare a prevenire la malagestione degli stati d’animo ed evitare problemi come ansia, attacchi di panico, depressione e rabbia incontrollata, che si manifestano soprattutto fra gli adolescenti. Ecco perché secondo alcuni esperti sarebbe necessario inserirla come disciplina scolastica già dall’asilo e quindi iniziare questo tipo di percorso prima dei 6 anni d’età e continuare per tutto il ciclo di vita.  Non è di certo una materia come storia o matematica, ma può benissimo essere introdotta nel ‘’palinsesto’’ scolastico. È risaputo che gli studenti, quando i propri insegnanti rendono le lezioni più personali, sono più propensi a partecipare, promuovendo un senso di empatia, consapevolezza di sé e anche inclusività in classe. Alle Canarie esiste già una scuola che ha introdotto l’insegnamento dell’educazione emotiva. Dal 2014 gli alunni dai 6 ai 9 anni si trovano a partecipare alla lezione due ore a settimana. Ai bambini viene insegnato ad esempio a non aver paura di tirare fuori la propria tristezza oppure che si può essere arrabbiati ma con dei limiti: nessuno può urlare o colpire un compagno. Prima di agire devono fermarsi e fare un respiro profondo.  L’effetto Covid ha decisamente incrementato gran parte dei problemi adolescenziali: nell’ultimo anno in Italia il 25% ha riscontrato disturbi di depressione e più del 20% manifesta ansia, attacchi di panico e fobia sociale. Anche cyberbullismo, autolesionismo e problemi alimentari sono aumentati. La forzata trasformazione del loro modo di relazionarsi, delle abitudini ha portato a dover gestire la loro sfera emotiva in maniera differente a trovarsi davanti ad una situazione insolita e soprattutto a gestirla da soli. Non a caso la Commissione ha approvato da poco il bonus psicologo, che mette  a disposizione fino a 600 euro da spendere nel 2022 per curare il disagio mentale causato da questi ultimi due anni. Ma se si fosse insegnato già da tempo a gestire le emozioni, si sarebbero potuti evitare gran parte dei problemi che colpiscono i ragazzi oggi?   di Marta Melarato

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