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L’Italia torna alla normalità

Dal 1 aprile addio a mascherine e green pass rafforzato ma la pandemia non è finita. Bisogna sempre tenere a mente da dove arriviamo.
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L’Italia torna alla normalità

Dal 1 aprile addio a mascherine e green pass rafforzato ma la pandemia non è finita. Bisogna sempre tenere a mente da dove arriviamo.
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L’Italia torna alla normalità

Dal 1 aprile addio a mascherine e green pass rafforzato ma la pandemia non è finita. Bisogna sempre tenere a mente da dove arriviamo.
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Dal 1 aprile addio a mascherine e green pass rafforzato ma la pandemia non è finita. Bisogna sempre tenere a mente da dove arriviamo.
C’è la road map di uscita dalle restrizioni determinate dalla pandemia in Italia. Da ieri pomeriggio abbiamo uno scadenzario, varato dal governo con l’approvazione del relativo decreto legge che sancisce il ritorno alla normalità. Dal 1 aprile non avremo più bisogno di mostrare il Green Pass all’aperto e tanto nei bar quanto nei ristoranti non sarà più necessario il Green Pass rafforzato. In alberghi, autobus e metropolitane non sarà più richiesto. Saranno i primi effetti della scadenza, il prossimo 31 marzo, dello stato d’emergenza. Dopo 27 mesi decadrà lo strumento che ha consentito ai governi di gestire la pandemia, varando via via l’insieme di divieti e norme di contenimento che hanno scandito la nostra vita in questo lunghissimo periodo. Sempre dal 1 aprile sparirà l’obbligo di quarantena così come l’obbligo vaccinale al lavoro per gli over 50 e si potrà entrare in ufficio e negli altri luoghi di lavoro con il solo tampone. La capienza degli stadi e di tutti gli altri luoghi di aggregazione tornerà al 100%. L’obbligo di indossare la mascherina al chiuso resterà per tutto il mese di aprile e scadrà il 1 maggio, stesso giorno in cui diremo addio al Green Pass. È certamente singolare – non facciamo finta di non vedere le apparenti incongruenze – che l’avvicinarsi della fine dell’incubo delle zone a colori, degli obblighi, delle quarantene, delle mascherine, del Green Pass e di tutto il resto coincida con l’angoscia generale determinata dalla guerra in Ucraina. Una notizia che ha finito per coprire tutto e tutti sotto una cappa di pensieri cupi, allontanando o almeno diluendo l’attenzione sul Covid. Così come non sfugge l’aumento dei nuovi casi di positività, che però non sta comportando una crisi negli ospedali. La situazione è sotto controllo, insomma, ma un richiamo fermo alla responsabilità individuale va ripetuto, perché con il progressivo cadere degli obblighi evitare i rischi di un disordinato “liberi tutti” peserà esclusivamente sulle spalle di ciascuno di noi. Sui comportamenti individuali. Hong Kong è lontana, ma il monito che arriva in queste ore con l’esplosione del dramma-Covid in città ci ricorda che la pandemia non è finita. Proveremo a gestirla, tornando a vivere e non dimenticando da dove arriviamo. di Marco Sallustro

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