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In Giappone una legge controlla il peso corporeo della popolazione, al punto da sanzionare chi non rispecchi determinati parametri. Davvero una legge può contribuire a “regolarizzare” il benessere fisico delle persone?
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In Giappone una legge controlla il peso corporeo della popolazione, al punto da sanzionare chi non rispecchi determinati parametri. Davvero una legge può contribuire a “regolarizzare” il benessere fisico delle persone?
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In Giappone una legge controlla il peso corporeo della popolazione, al punto da sanzionare chi non rispecchi determinati parametri. Davvero una legge può contribuire a “regolarizzare” il benessere fisico delle persone?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2030 circa il 70% della popolazione globale soffrirà di sovrappeso. Oggi nel mondo sono circa 3 milioni l’anno le morti attribuibili all’obesità e al sovrappeso, il quinto più importante fattore di rischio per mortalità globale. In Italia il 46% degli adulti è in sovrappeso,   1 su 10 è obeso e nella fascia dei minori circa 4 bambini su 10 sono sovrappeso o obesi. Da un punto di vista della salute, il rischio è quello di sviluppare malattie autoimmuni,  come il cancro o il diabete. Il Giappone è tra i Paesi più impegnati a combattere questo problema. Dal 2008, infatti, con una legge denominata “Metabo law” il Paese controlla l’andamento del peso della popolazione e in caso di mancato “rispetto” di determinati parametri arriva persino a prevedere una multa. Le aziende e i Governi locali sono tenuti a misurare il girovita dei cittadini tra i 40 e i 74 anni, che non deve superare gli 85 cm per gli uomini e i 90 cm per le donne. Chi non rientra in questi parametri ha 3 mesi di tempo per perdere peso e se non dovesse riuscirci è costretto a sottoporsi ad una dieta forzata per 6 mesi. Se anche dopo questo lasso di tempo, non dovessero esserci dei risultati, il governo sanziona le aziende e gli enti locali che non hanno raggiunto gli obiettivi specifici.  Che il peso corporeo sia sottoposto al controllo statale fa sicuramente discutere, considerando che alcuni problemi di sovrappeso o obesità spesso sono collegati a fattori psicologici, non risolvibili da un semplice numero segnato da un ago della bilancia. Come sempre psiche e corpo sono intrecciati in un rapporto di dipendenza reciproca. Senza dimenticare l’importanza del fattore alimentazione, spesso definito dal contesto sociale- culturale ed economico. Il cibo buono (in termini nutrizionali) e che fa bene costa di più. Per ultimo, ma non di importanza, lo sport che come ben sappiamo svolge un ruolo determinante nel benessere anche psicologico, aiuta l’autostima e aumenta il benessere grazie alla produzione di endorfine, monoammine, serotonina e noradrenalina.  Fatte queste premesse, una legge che tenti di regolarizzare il peso corporeo tramite delle sanzioni pecuniarie fa solo sorridere. Quando, in realtà, in tutta questa storia c’è poco da sorridere. Perché di obesità si muore. di Claudia Burgio

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