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pillolo maschile

Il “pillolo” contraccettivo maschile è quasi realtà

Il contraccettivo maschile sarà presto realtà: il nuovo test sperimentale è in grado di bloccare il nuoto degli spermatozoi. Ma alt all’entusiasmo
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È stato sviluppato un contraccettivo maschile sperimentale in grado di bloccare il nuoto degli spermatozoi impedendo loro di raggiungere l’ovulo femminile. Dai test effettuati sui topi, l’effetto sarebbe temporaneo e, dopo la sua azione, non avrebbe alcun impatto sulla fertilità, né influenzerebbe il comportamento sessuale o la quantità e la “salute” degli ormoni. Tutti esiti che non erano stati raggiunti finora dagli scienziati, che da moltissimi anni sono al lavoro per realizzare il cosiddetto “pillolo” per uomo.
 
A parte i profilattici, l’unico rimedio anticoncezionale maschile è l’invasiva vasectomia. Per ora l’efficacia della pillola, pensata per un uso via orale, è stata dimostrata soltanto nei topi, e dovrà superare la serie di trial preclinici e clinici necessaria. A mettere a punto e testare “il pillolo” è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi del Weill Cornell Medicine di New York, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Tri-Institutional Therapeutics Discovery Institute e del Dipartimento di Biochimica dell’Università di Bayreuth, in Germania.
 
L’idea innovativa del team di ricercatori è stata quella di bloccare il “motore” degli spermatozoi, un enzima chiamato adenilato ciclasi solubile (sAC), una proteina fondamentale sia per il movimento che per la maturazione degli spermatozoi. Il risultato ottenuto sui topi è stato bloccare il loro sperma per circa 3 ore, poi l’effetto è completamente svanito entro 24 ore. Al termine, non sono stati riscontrati effetti indesiderati.
 
“C’è un urgente bisogno di un contraccettivo orale efficace e reversibile per gli uomini”, ha dichiarato alla BBC il professor Allan Pacey, docente di andrologia presso l’Università di Sheffield, non coinvolto nello studio. Ma ne siamo sicuri? C’è questa urgenza o, piuttosto, si rischia di andare incontro a un utilizzo esagerato che diminuisca l’uso del preservativo?
 
Tralasciando l’entusiasmo, va segnalato infatti che il “pillolo” non eviterebbe comunque il rischio di trasmettere malattie veneree. Per questo, in caso di approvazione, sarebbe buona cosa farne comprendere la natura e i rischi, ed evitare l’ennesimo uso inconsapevole di un farmaco.
di Giovanni Palmisano
 

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