Quello che per noi è doveroso, per Pechino è «inaccettabile». I tamponi decisi da alcuni Paesi (tra cui l’Italia) per chi arriva dalla Cina non sono «senza alcuna base scientifica». Sono l’ovvia conseguenza del fatto che i contagi lì sono schizzati e soprattutto che – come già successo nel 2020 – le informazioni che arrivano sono inattendibili. Naturale si provi a evitare che arrivino nuove ondate. Non dimentichiamo che in Europa con i contagi in crescita si introdusse il Green Pass. Ma loro minacciano contromisure. E rifiutano l’offerta dell’Ue di fornire ai cinesi vaccini adatti alle varianti già in circolazione. Visto che quelli fatti lì sappiamo avere una efficacia ben più bassa.
Sono passati tre anni dall’inizio della pandemia e continua a esserci un muro, metaforico ma con effetti ben concreti, fra Pechino e il resto del mondo. Questo nonostante a pagarne il prezzo più alto siano proprio i cittadini cinesi. Lì si tornano a vedere immagini che speravamo archiviate. La nostra è prevenzione, non discriminazione.
Di Annalisa Grandi
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