L’Empire State Building è uno dei simboli di New York. Dovreste sapere di cosa stiamo parlando: 443 metri abbondanti di altezza che ne hanno fatto fino al 1970 il grattacielo più alto del mondo.
Ora immaginate di moltiplicare il suo peso per 3.600 (sì, tremilaseicento) volte. Avrete la quantità totale di cibo che ogni anno nel mondo finisce nella spazzatura: un miliardo di tonnellate, pari al 17% di tutto quello prodotto, con buona pace degli 800 milioni di abitanti del pianeta che soffrono la fame.
I dati appena diffusi dalla Fao basterebbero da soli a rendere l’idea di una situazione surreale, per quanto abnorme. Poi pensa la Coldiretti a metterci il carico: i principali responsabili degli sprechi alimentari non sono i ristoranti né tantomeno i rivenditori, quanto le abitazioni private: le famiglie gettano via in media l’11% del cibo acquistato (contro rispettivamente il 5% e il 2%). Vuol dire che in media ogni italiano fa finire nella pattumiera 27 chili di cibo nei 365 giorni, secondo i calcoli del Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna.
Gli alimenti più buttati sono anche quelli più amati: la pasta (1,2 chili a testa l’anno) e il pane (più di 800 grammi), seguiti da insalata, verdure, aglio e cipolle. Se gli italiani sapessero che questo giochino costa loro 6,5 miliardi di euro, forse smetterebbero di lamentarsi del caro prezzi del carrello della spesa. E penserebbero a sprecare di meno e a ragionare di più.
di Valentino Maimone
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