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Vaccini, numeri, verità e memoria corta

Il ritiro dell’ormai inutilizzato vaccino AstraZeneca per rarissimi casi di trombosi (18 in Europa) ha scatenato nuove teorie del complotto

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Vaccini, numeri, verità e memoria corta

Il ritiro dell’ormai inutilizzato vaccino AstraZeneca per rarissimi casi di trombosi (18 in Europa) ha scatenato nuove teorie del complotto

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Vaccini, numeri, verità e memoria corta

Il ritiro dell’ormai inutilizzato vaccino AstraZeneca per rarissimi casi di trombosi (18 in Europa) ha scatenato nuove teorie del complotto

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Il ritiro dell’ormai inutilizzato vaccino AstraZeneca per rarissimi casi di trombosi (18 in Europa) ha scatenato nuove teorie del complotto

Non ho fatto fatica a immaginare i commenti, gli scambi in chat di quel composito esercito che nei mesi più drammatici delle pandemia da COVID-19 si scatenò contro ogni evidenza scientifica, impallinando con brutalità ossessiva i vaccini e le relative campagne vaccinali.

La notizia del ritiro dell’ormai inutilizzato vaccino AstraZeneca, dopo l’ammissione da parte dei legali della stessa azienda farmaceutica di “rarissimi casi di controindicazioni potenzialmente fatali” è la classica manna dal cielo, il “fatto“ che diventerebbe la prova incontrovertibile della grande macchinazione messa in piedi da governi, poteri occulti e Big Pharma per controllare il popolo. Sottomettere la “gggente“ al loro oscuro dominio.

Una premessa è d’obbligo e non sappiamo più quante volte l’abbiamo scritta nei momenti delle polemiche più incendiarie sull’argomento: anche un singolo caso di grave controindicazione, per non dire di morte, riconducibile ad un vaccino o qualsiasi farmaco, è troppo.
Teoricamente troppo, se si ha voglia di fare i conti con la realtà e con i numeri. Di persone vaccinate contro il COVID-19 con il farmaco AstraZeneca si è superata la soglia dei 25 milioni e i casi fatali nell’Unione europea – quelli accertati da Ema, l’Agenzia europea competente, non da stregoni o fattucchiere – sono 18. In tutti, il legame con il vaccino è “possibile“ e non accertato.

Secondo l’Aifa, l’Agenzia italiana sul farmaco, l’incidenza di controindicazioni gravi è dello 0,099%
. Come detto, anche una sola morte accidentale è troppo, ma queste sono le cifre, queste sono le percentuali. A tutti coloro che hanno cercato di mantenere un approccio lucido e razionale nella fase più sconvolgente della nostra vita recente, è bene ricordare che le autorizzazioni (facciamo esplicito riferimento a quella della Fda, Food and Drugs Administration degli Stati Uniti d’America) ai primi vaccini contro il COVID-19 furono rilasciate anche in considerazione dell’estrema gravità ed eccezionalità del momento. Vivevamo in emergenza assoluta, lo stesso futuro di tutti noi era diventato un’angosciante punto interrogativo. Non avevamo idea di tempi, destini, numeri di vittime di quel mostro e i vaccini ci hanno riportato a velocità incredibilmente rapida alla vita.

Dimenticarlo oggi è profondamente ingiusto: abbiamo tutti, consapevolmente, accettato una quota minima o infinitesimale di rischio per tornare a vivere. Lo ha fatto ciascuno di quelle centinaia di milioni di esseri umani che si sono vaccinati e che oggi escono di casa al mattino senza neppure pensare più a quell’incubo di appena pochi mesi fa.

Davanti alla comunità scientifica che ha prodotto un vero e proprio miracolo collettivo dovremmo solo inchinarci e continuiamo a ripeterlo oggi, mentre in troppi hanno cancellato troppo in fretta.

di Fulvio Giuliani

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