Chi resta nel passato
La tragica vicenda personale di Matthew Perry, star di “Friends”, riaccende il dilemma su cosa faccia pendere la bilancia della vita di persone che apparentemente hanno avuto tutto
Chi resta nel passato
La tragica vicenda personale di Matthew Perry, star di “Friends”, riaccende il dilemma su cosa faccia pendere la bilancia della vita di persone che apparentemente hanno avuto tutto
Chi resta nel passato
La tragica vicenda personale di Matthew Perry, star di “Friends”, riaccende il dilemma su cosa faccia pendere la bilancia della vita di persone che apparentemente hanno avuto tutto
La tragica vicenda personale di Matthew Perry, star di “Friends”, riaccende il dilemma su cosa faccia pendere la bilancia della vita di persone che apparentemente hanno avuto tutto
La tragica vicenda personale di Matthew Perry, scomparso ieri all’età di 54 anni, riaccende l’eterno dilemma su cosa faccia pendere la bilancia della vita di donne e uomini che apparentemente hanno (o hanno avuto) tutto da una parte o dall’altra della “felicità“.
Il personaggio di “Friends”, amatissimo da un’intera generazione, forse da quel medesimo personaggio non è mai riuscito a venir fuori, restando tragicamente intrappolato in un mondo che non c’era più. Ammesso che fosse mai esistito.
“Friends” cambiò i paradigmi di quelli che allora si chiamavano ancora “telefilm“, inaugurando la stagione delle serie televisive destinate ad acquistare sempre più peso nello show business raggiungendo e talvolta superando gli stessi film. “Friends“ era una sit-com di stampo molto tradizionale, quasi antico, ma il suo straordinario successo spianò la strada ai fenomeni dei nostri giorni.
Quella galleria di personaggi tutto sommato stereotipati, magnificamente disegnati e ben interpretati riuscì a entrare nel cuore di milioni di ragazzi e giovani. “Friends” ha generato una superstar – Jennifer Aniston – che è stata molto più della “signora Pitt“. Altri protagonisti hanno fatto la loro carriera, Matthew Perry è rimasto – come si diceva – incastrato in un ruolo e in epoca, finendone triturato.
Nostalgia e dolore sincero hanno attraversato in lungo e in largo il mondo dei tantissimi fan cresciuti in compagnia di quel manipolo di protagonisti. Da ieri si rievocano le decine di ore spensierate, rievocate da una serie perfettamente aderente a tempi che sembrano ormai lontani e irrimediabilmente perduti. Di sicuro più sereni o almeno più ottimisti.
Crediamo che un po’ di quel dolore che ha inondato i social sia determinato in parte da un altro elemento: una tragedia come quella dell’attore statunitense è ovviamente un caso estremo e particolarmente doloroso, ma tutti noi abbiamo la compagna o il compagno di scuola o di università che sembrano essere rimasti in qualche misura “freezzati“ nel tempo.
Il tempo di un’epoca che ci ha visti ragazzi e felici. Tutti conosciamo qualcuno che non è mai riuscito a liberarsi del peso di anni abbondantemente idealizzati. Come Matthew Perry, forse.
In questo caso è un film a venirci in soccorso: “Il sapore della vittoria“ con Denzel Washington. Narra della vicenda – reale – di una squadra di football americano di High School, i Titans di Alexandria in Virginia, che arrivò a vincere il campionato statale nel 1971, riuscendo per la prima volta a far coesistere giocatori bianchi e di colore.
In un passaggio della pellicola, uno dei protagonisti dichiara: “Dobbiamo essere molto attenti e comprensivi, queste giornate potrebbero essere le più belle della vita di questi ragazzi“.
A volte succede, il meglio della vita può concentrarsi in pochi anni giovanili e può risultare insopportabile e terribilmente malinconico.
di Fulvio Giuliani
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Tag: Evidenza, televisione
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