E poi siamo finiti nel vortice, parla Annalisa
Annalisa, volto femminile del pop italiano dell’anno, racconta a La Ragione le emozioni in vista del suo prossimo album: “E poi siamo finiti nel vortice”
E poi siamo finiti nel vortice, parla Annalisa
Annalisa, volto femminile del pop italiano dell’anno, racconta a La Ragione le emozioni in vista del suo prossimo album: “E poi siamo finiti nel vortice”
E poi siamo finiti nel vortice, parla Annalisa
Annalisa, volto femminile del pop italiano dell’anno, racconta a La Ragione le emozioni in vista del suo prossimo album: “E poi siamo finiti nel vortice”
Annalisa, volto femminile del pop italiano dell’anno, racconta a La Ragione le emozioni in vista del suo prossimo album: “E poi siamo finiti nel vortice”
È stata l’indiscussa regina dell’estate, il volto femminile del pop italiano dell’anno. Per Annalisa parlano i numeri: “Bellissima”, certificato 4 volte disco di platino, l’ha consacrata come l’unica donna a essere presente da più di anno con un singolo nella classifica Fimi/Gfk. Un momento d’oro che ci confida esser il punto d’arrivo di un lungo percorso: «Questo successo non è arrivato all’improvviso né per caso. Un passo alla volta è stato tutto in divenire, in costruzione. Poi c’è stata un’accelerata, un incastro particolarmente a fuoco, e da “Bellissima” in avanti si è messa un’altra marcia. Sono molto felice al pensiero che il tanto lavoro fatto negli anni sia servito».
Ora è arrivato il momento di chiudere il cerchio, con l’uscita venerdì prossimo dell’album “E poi siamo finiti nel vortice”. Un disco nato da un’esigenza: «C’è stato un momento, quando sono andata a scrivere in studio a fine agosto ‘20-‘21, in cui ho capito di aver voglia di fare qualcosa di diverso. L’idea con i miei coautori è stata quella di provare a unire due aspetti per me da sempre importanti: da un lato la vocalità, l’uso delle parole e la melodia italiana; dall’altro un mondo sonoro più internazionale, più elettro-pop filo anni Ottanta. Quel giorno, dopo aver scritto “Bellissima”, abbiamo capito che era successo qualcosa di grosso».
Una volta, parlando di Annalisa, si sarebbe detto che con una voce così può cantare anche l’elenco telefonico. Oggi che non ci sono più Pagine gialle e affini, manca una metafora calzante ma il concetto resta. Perché in barba a chi sosteneva – già lì sbagliando – che negli ultimi singoli la stesse usando poco, la sua voce nel disco si ascolta in tutte le possibili sfumature, filo rosso e guida nel saliscendi delle emozioni raccontate nei 12 brani. «Ognuna delle donne protagoniste delle storie che racconto è una sfumatura, un diverso colore emotivo di ciò che sono» ci spiega. «Il vortice è la metafora della vita, le canzoni sono la rappresentazione delle fasi emotive di questo vortice: sconfitte, vittorie, nuovi inizi. E si riparte da capo».
Il disco, pur prendendo a piene mani atmosfere anni Ottanta – fra i tappeti sonori dei synth, arpeggiatori e sequencer – le fa suonare moderne, in un racconto musicale e tematico coeso, costruito di traccia in traccia e impreziosito da rimandi e break strumentali che aiutano a immergersi ancor più a fondo nel vortice. Sonorità che Annalisa ama: «Mi fanno sentire a casa. Ero bambina quando i miei le ascoltavano in vinile. È come sentirsi al sicuro: quando sento partire un synth anni Ottanta mi si smuove dentro qualche corda emotiva».
Sonorità che senza dubbio faranno ballare il Forum di Assago (il 4 novembre) e tutti i palazzetti nel 2024: «Vorrei fosse qualcosa d’indimenticabile, per me ma anche per chi starà sotto il palco. Mi piacerebbe che il Forum diventasse un gigantesco club. Vorrei stupire, divertire, ma senza mai perdere il filo del racconto». E Sanremo? «Come tutti i miei colleghi, ci si pensa: è una grande opportunità. Poi però bisogna fare i conti con la canzone. Se in questi mesi dovesse uscire quella perfetta magari mi presento, altrimenti no».
di Federico Arduini
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