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E-Wired Empathy, un omaggio a Goldrake il nuovo brano “Tobe! Grendizer”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Giovanni Amighetti del collettivo E-Wired Empathy sul nuovo brano dedicato a Goldrake

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E-Wired Empathy, un omaggio a Goldrake il nuovo brano “Tobe! Grendizer”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Giovanni Amighetti del collettivo E-Wired Empathy sul nuovo brano dedicato a Goldrake

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E-Wired Empathy, un omaggio a Goldrake il nuovo brano “Tobe! Grendizer”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Giovanni Amighetti del collettivo E-Wired Empathy sul nuovo brano dedicato a Goldrake

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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Giovanni Amighetti del collettivo E-Wired Empathy sul nuovo brano dedicato a Goldrake

Goldrake, l’iconico robot da combattimento pilotato dal principe del pianeta Fleed, torna a vivere a 50 anni dal debutto del primo anime trasmesso in Giappone nel 1975 sulla rete Fuji TV! Il collettivo musicale internazionale E-Wired Empathy ha deciso di rendere omaggio al tema originale giapponese di UFO Robot Goldrake con un nuovo arrangiamento, intitolato “TOBE! GRENDIZER“. Il titolo del brano prende ispirazione dalla frase d’apertura della sigla giapponese originale della serie, che in italiano si traduce con “Vola! Goldrake!”. Abbiamo scambiato per l’occasione quattro chiacchiere con gli E-wired Empathy – collettivo che da sempre, unisce jazz, folk e musica etnica in uno stile inconfondibile – in particolar modo con Giovanni Amighetti, produttore, compositore e cofondatore insieme a Luca Nobis del collettivo.

Com’è nata l’idea di lavorare a una vostra versione di “UFO Robot Goldrake”? Perché proprio ora?

Vedendo qualche mese fa la nuova serie “Grendizer U” in Giappone mi sono ricordato che mi ero sempre tenuto in testa e fin da piccolo avevo riarrangiato il tema originale di Goldrake. La sigla giapponese, che in Italia era all’interna dell’anime in alcuni momenti. E l’ho quindi proposta come tema per un nostro arrangiamento. È venuta fuori una cosa credo carina, registrata a Dicembre e uscita ora appena dopo le feste. Con la concomitanza della proposta sulla RAI proprio di questo Grendizer U.

Avete applicato anche a questo singolo il vostro metodo di lavoro, trovarvi assieme e creare musica senza strutture, o partendo da un brano già esistente avete lavorato in modo diverso? 

Abbiamo lavorato con il nostro solito metodo. Ok qui avevamo un tema a cui tornare, in effetti i temi dal compositore giapponese erano tre e uno l’abbiamo scartato utilizzando invece gli altri due… ma l’approccio é stato il nostro solito del suonare assieme e vedere che succede.

Tra gli intenti c’è quello di avvicinare un brano storico al pubblico di oggi, quali elementi avete aggiunto per raggiungere lo scopo?

Puntualizzo ad un pubblico odierno “che ascolti musica suonata”, ovviamente non usiamo basi pre registrate, l’approccio é quello dell’empatia nel comunicare musicalmente tra noi.
La differenza maggiore rispetto al tema dell’anime degli anni ’70, che tornava diverse volte all’interno della storia in diversi tempi, é ovviamente nella tecnica di registrazione. Ora é molto più accurata, si riesce ad avere un suono “caldo” ma nel contempo molto dettagliato.  Quindi si sentono le sfumature degli strumenti stessi, dalle varie parti del sax ai piatti alle corde. Chitarra basso e batteria di Nobis-Combass-Gualdi creano l’ossatura del brano, in modo allo stesso tempo preciso e creativo, i synth e il sax miei e di Fabio Barbero colori e qualche tema di rinforzo.
Come sintetizzatori ho utilizzato due Sequential Circuits che sono un Prophet 600 vintage di inizio anni ’80 e un Prophet 5 nuovo. C’é stato e direi per fortuna un “ritorno di fiamma” verso i synth analogici negli ultimi anni quindi questo tipo di sonorità fa comunque da ponte.
Le registrazioni sono avvenute dal vivo al Metropolis di Milano, con Alessandro Marcantoni.

Come avete scelto l’art work? 
Volevamo un rimando all’anime originale, e in particolare all’inizio della sigla, senza però includere robot o simili. Quindi siamo andati su questa immagine “galattica” che é sì CG ma anche pittorica, e ci sembrava adeguata all’atmosfera che abbiamo dato al brano.

Farete altri esperimenti come questo, trasformando altri brani iconici proveniente da mondi diversi?

Ci piacerebbe, al momento non abbiamo pensato idee specifiche ma temi da compositori asiatici credo possano funzionare bene nel nostro mood. Da Joe Hisaishi, Jun Senoue o Nobuo Uematsu ad esempio. Faremo probabilmente qualcosa ma in duo da Koji Kondo legato ad un noto videogioco. Potremmo anche recuperare qualcosa dal lavoro che avevo fatto con il musicista cinese Guo Yue per BBC, mentre tornando all’Italia quest’estate é uscita una nostra versione di “Romagna mia”, nel brano Romagna 2.0 con Moreno “il Biondo” Conficconi che é piaciuta molto. 

Progetti in cantiere?

Abbiamo lavorato al “The Fermi Paradox” con David Rhodes e Roger Ludvigsen che uscirà ad inizio Marzo. Nello stesso periodo due nuovi singoli con Moreno il Biondo per il suo “Viaggio nella Musica Popolare”, uno cantato ed un strumentale. Quindi sempre nella prima parte dell’anno usciranno alcune registrazioni live dai tour del 2024.

di Federico Arduini

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