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Il Festival che fa la storia

La nascita del Festival di Saremo: aneddoti e curiosità dell’evento canoro più importante del nostro Paese
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Il Festival che fa la storia

La nascita del Festival di Saremo: aneddoti e curiosità dell’evento canoro più importante del nostro Paese
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Il Festival che fa la storia

La nascita del Festival di Saremo: aneddoti e curiosità dell’evento canoro più importante del nostro Paese
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La nascita del Festival di Saremo: aneddoti e curiosità dell’evento canoro più importante del nostro Paese
Nel nostro Paese pochi eventi come il Festival di Sanremo riescono a monopolizzare il dibattito popolare. L’idea di un fiorista sanremese, tale Amilcare Rambaldi, che alla fine del gennaio 1951 aveva pensato di organizzare una gara canora per intrattenere i turisti, all’inizio non fu particolarmente apprezzata dalla critica. Di diverso avviso fu la Rai che, intuendo il potenziale della kermesse, decise di organizzarlo sin dalla prima edizione. Probabilmente nemmeno i dirigenti di allora avrebbero però osato immaginare quel che il Festival sarebbe diventato nei decenni successivi. La rassegna sanremese si alimenta da sempre di retroscena e storie particolari. Già nel 1952 Bixio Cherubini e Carlo Concina, autori di “Vola colomba” cantata da Nilla Pizzi, intuendo la risonanza mediatica della manifestazione inserirono nel testo alcuni sottili riferimenti alla Trieste occupata dalle truppe angloamericane, augurandone la liberazione, che avvenne due anni più tardi. Dopo la vittoria di Modugno nel 1958, che conquisterà anche le classifiche americane con “Nel blu dipinto di blu”, il Festival diviene un riferimento culturale del Paese e assume una veste completamente nuova. Nel 1960 viene chiamato a presiederne la giuria nientemeno che Totò, il quale però – in aperto contrasto con gli altri membri per l’esclusione di un brano da lui ritenuto meritevole (“Parole”) – se ne va quasi subito nell’imbarazzo generale. Negli anni Settanta l’esplosione sul mercato dei cantautori relega il Festival in secondo piano, sebbene continuino a non mancare episodi curiosi. Come nel 1971, quando l’esecuzione di “Che sarà” viene affidata ai Ricchi e Poveri in coppia con Josè Feliciano. A rimanere deluso è Jimmy Fontana, autore del brano, che avrebbe desiderato interpretarlo. Si ritirerà così per un periodo dedicandosi alla sua passione, il collezionismo di armi. E una delle sue mitragliette – acquistata nei giorni di Sanremo in una armeria della città ligure e rivenduta poco dopo – verrà ritrovata a distanza di anni in un covo delle Brigate rosse e associata a diversi omicidi compiuti dai terroristi. Quale sia stato il percorso che ha unito questi eventi resta tutt’oggi un mistero. Sempre negli anni Settanta, un Festival molto meno glamour regala vittorie particolari, come quella di Gilda che nel 1975 trionfa con “Ragazza del Sud”. L’interesse del grande pubblico era all’epoca talmente ridotto che, per la prima volta, era stato esteso il voto anche alle caserme. Curioso è il fatto che la cantante nei mesi precedenti al Festival avesse effettuato un tour nelle basi militari in tutta Italia, fattore determinante per la sua imprevista vittoria. A proposito, dopo il suicidio di Tenco nel 1967 Amilcare Rambaldi rinnegherà la sua creatura e darà vita a una manifestazione alternativa: il “Premio Tenco”, considerato tuttora il massimo riconoscimento della nostra canzone d’autore. Perché forse, alla fine, non tutte sono solo canzonette. Di Stefano Faina e Silvio Napolitano

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