Il politicamente corretto contro James Bond
Ci risiamo. Il politicamente corretto colpisce ancora e questa volta il bersaglio è “Bond, James Bond”, l’agente segreto più famoso del mondo. Due le pellicole messe sotto accusa

Il politicamente corretto contro James Bond
Ci risiamo. Il politicamente corretto colpisce ancora e questa volta il bersaglio è “Bond, James Bond”, l’agente segreto più famoso del mondo. Due le pellicole messe sotto accusa
Il politicamente corretto contro James Bond
Ci risiamo. Il politicamente corretto colpisce ancora e questa volta il bersaglio è “Bond, James Bond”, l’agente segreto più famoso del mondo. Due le pellicole messe sotto accusa
AUTORE: Filippo Messina
Ci risiamo. Il politicamente corretto colpisce ancora e questa volta il bersaglio è «Bond, James Bond», l’agente segreto più famoso del mondo. Accade che durante una nuova rassegna a Londra lanciata dal British Film Institute (Bfi) per celebrare il compositore britannico John Barry (autore delle colonne sonore di ben dodici film di 007) si legga il seguente avviso controverso: «Si prega di notare che molti di questi film contengono linguaggio o immagini che riflettono opinioni prevalenti all’epoca che potranno offendere oggi». Segue la presa di distanza da parte dello stesso Istituto: «I titoli sono qui per ragioni storiche, culturali o estetiche e queste opinioni non sono in alcun modo approvate dal Bfi o dai suoi partner».
Al centro di questa «assurda iniziativa» – come la definiscono giustamente il “Daily Mail” e altri tabloid britannici – sono in particolare due pellicole di Bond diventate ormai di culto per gli appassionati: “Missione Goldfinger” (1964) e “Si vive solo due volte” (1967), entrambe con Sean Connery protagonista. Sessismo e razzismo: queste le principali accuse. Così, da inguaribile playboy l’agente segreto «al servizio di Sua Maestà» si trasforma in molestatore seriale. E un grande attore come Connery si ritrova improvvisamente identificato con un personaggio maschilista e razzista. Scopriamo amaramente nel 2024 – e ‘grazie’ al politically correct – che James Bond avrà pure la licenza di uccidere, ma non quella di offendere i benpensanti.
di Filippo Messina
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