La magia del ricordo
La scomparsa di Michael Gambon è un nuovo colpo al cuore. La malinconia del tempo che scorre e il moralismo che colpisce anche “Harry Potter”
La magia del ricordo
La scomparsa di Michael Gambon è un nuovo colpo al cuore. La malinconia del tempo che scorre e il moralismo che colpisce anche “Harry Potter”
La magia del ricordo
La scomparsa di Michael Gambon è un nuovo colpo al cuore. La malinconia del tempo che scorre e il moralismo che colpisce anche “Harry Potter”
Albus Silente è immortale come tutti i grandi personaggi della letteratura mondiale. Ci abbandonano, invece, gli attori che hanno dato volto e voce ai protagonisti della saga di maggior successo e più influente degli ultimi 25 anni. La scomparsa di sir Michael Gambon, Albus Percival Wulfric Brian Silente in sei degli otto film di Harry Potter, è un nuovo colpo al cuore per tutti gli appassionati di queste storie senza tempo. Capaci di attrarre irresistibilmente intere generazioni e di coinvolgere ancora oggi – e nonostante tutto – grandi e bambini. Sì, nonostante tutto, perché è innegabile che la magia di Harry Potter sia stata irrimediabilmente macchiata dalla furia iconoclasta che si è abbattuta sulla sua creatrice, J.K. Rowling. L’incredibile ostracismo di cui è fatta oggetto ormai da anni, in una sfibrante e incomprensibile polemica per le sue posizioni nei confronti della comunità transgender, l’hanno allontanata dalla sua stessa creatura. Per quanto possibile, naturalmente.
Un’ansia di bollare, giudicare, che deve far riflettere sulle conseguenze paradossali di un atteggiamento culturale del genere. Dell’opera di quanti artisti del passato dovremmo privarci, se dovessimo considerare con gli occhi e i valori di oggi comportamenti totalmente inaccettabili, se giudicati fuori dal loro contesto e dalla loro epoca?
La malinconia del tempo che inevitabilmente scorre e porta via alcuni dei volti più amati di quell’incredibile avventura si somma alla sgradevole sensazione che alla fine neppure Harry Potter sia riuscito a sfuggire alla maledizione del moralismo. Ultimo, sconfortante approdo del politicamente corretto portato alle estreme conseguenze. Siamo ancora in tempo per ritrovare equilibrio e recuperare pienamente la bellezza e la forza del racconto, senza doverci vergognare di nulla e lasciando ciascuno libero di esprimere le proprie opinioni e le proprie preferenze.
Ce lo insegna proprio Albus Silente, che oggi ci manca più che mai: “Non sono le nostre capacità a dimostrare quello che siamo, Harry, ma le nostre scelte”.
Di Fulvio Giuliani
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