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Mtv: quando gli occhi cominciarono a vedere la radio

Mtv: un simbolo “generazionale”, capace di influenzare pesantemente il mondo discografico e non solo. In Italia arrivò nel 1997
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Mtv: quando gli occhi cominciarono a vedere la radio

Mtv: un simbolo “generazionale”, capace di influenzare pesantemente il mondo discografico e non solo. In Italia arrivò nel 1997
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Mtv: quando gli occhi cominciarono a vedere la radio

Mtv: un simbolo “generazionale”, capace di influenzare pesantemente il mondo discografico e non solo. In Italia arrivò nel 1997
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Mtv: un simbolo “generazionale”, capace di influenzare pesantemente il mondo discografico e non solo. In Italia arrivò nel 1997
Il 1º agosto 1981 sugli schermi televisivi americani compare la scena dell’allunaggio dell’Apollo 11 ma, anziché la bandiera Usa, ad essere apposto sul suolo lunare è un vessillo riprodotto digitalmente, dai colori sgargianti e con un logo: quello di Mtv. A corredo, una voce fuori campo recita: «Ladies and Gentlemen, Rock and Roll». Nessuno ancora lo sa, ma è iniziata una rivoluzione. Pochi anni prima Robert W. Pittman aveva realizzato per la Wnbc uno show intitolato “Album Track”, nel quale per circa 15 minuti venivano trasmessi video musicali. L’idea era piaciuta al suo capo John Lack, il quale aveva provato a sviluppare un programma analogo intitolato “Pop Clips”. Nessuno dei due aveva però inventato nulla. Lo spunto era già stato testato in Australia a metà degli anni Settanta sul network Tvnz e anche negli Usa, nel 1971, lo scrittore Mason Williams aveva inutilmente proposto alla Cbs un format analogo. Quando la Warner decide però di prendere l’idea di Pittman e Lack per creare un canale che trasmetta video musicali h24, improvvisamente le regole del gioco cambiano. Mtv diventa un simbolo “generazionale”, capace di influenzare pesantemente il mondo discografico e non solo. Alcuni lo comprendono prima di altri e il videoclip passa così dall’essere accessorio nella promozione di un brano a principale mezzo di divulgazione, con la necessità di realizzare prodotti sempre più ricercati, ricorrendo anche all’aiuto di registi importanti. E così John Landis dirige il cortometraggio che accompagna “Thriller” di Michael Jackson, mentre un giovane regista australiano dal brillante futuro, Russel Mulcahy, porta i Duran Duran nelle esotiche Antille per girare i clip che accompagneranno l’album “Rio”. Madonna naviga il Canal Grande nel video di “Like a Virgin” e i Dire Straits con “Money for Nothing” realizzano il primo filmato interamente in computer grafica prendendo spunto, per il testo del brano, da quanto visto in un negozio nel quale tutti i televisori in vendita erano sintonizzati proprio su Mtv. Il cambiamento si nota anche in classifica. Nelle zone raggiunte via cavo dal nuovo canale tv, già dopo i primi mesi di programmazione i dischi più venduti sono proprio quelli degli artisti in heavy rotation sul neonato network, che crea così dal nulla una nuova generazione di popstar. Da noi Mtv arriverà nel 1997 (prima c’era stato l’esperimento nostrano di VideoMusic) diventando anche un incubatore di nuovi volti e format che verranno poi ripresi dalla televisione generalista. Nel tempo la creatura di Pittmann e Lack ha cambiato pelle. Accanto a una piccola parte legata ancora alla musica, oggi la programmazione dell’emittente – in linea con i mutamenti dei gusti del pubblico – propone essenzialmente show, serie tv e reality. Alla fine quanto profetizzato dai The Buggles in “Video Killed the Radio Star” (curiosamente il primo video a essere trasmesso su Mtv) non è avvenuto, ma è innegabile che quella grande M che sventolava sulla Luna il suo segno l’abbia lasciato. Indelebilmente.   Di Stefano Faina e Silvio Napolitano

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