Omicidio Tupac Shakur, arrestato un uomo
C’è un’importantissima svolta che riguarda l’omicidio del celebre rapper Tupac Shakur. È stato arrestato, dopo 27 anni, Duane Keith Davis, detto “Keefe D”

Omicidio Tupac Shakur, arrestato un uomo
C’è un’importantissima svolta che riguarda l’omicidio del celebre rapper Tupac Shakur. È stato arrestato, dopo 27 anni, Duane Keith Davis, detto “Keefe D”
Omicidio Tupac Shakur, arrestato un uomo
C’è un’importantissima svolta che riguarda l’omicidio del celebre rapper Tupac Shakur. È stato arrestato, dopo 27 anni, Duane Keith Davis, detto “Keefe D”
Forse si è finalmente arrivati a risolvere uno dei più famosi cold case (casi irrisolti) della storia dell’Hip Hop. Stiamo parlando dell’omicidio del celebre rapper Tupac Shakur, morto a 25 anni – il 13 settembre 1996 – dopo essere stato colpito sei giorni prima da diversi colpi di pistola mentre si trovava in macchina nella Bmw guidata da Marion “Suge” Knight, proprietario della sua etichetta discografica – la Death Row Records – sulla strada principale di Las Vegas.
C’è, infatti, un’importantissima svolta: venerdì mattina, dopo 27 anni, la polizia di Las Vegas ha arrestato un uomo. Si tratta di Duane Keith Davis, detto “Keefe D”. “Keefe D” – ora 60enne – è accusato di omicidio e di essere il mandante dell’operazione che ha portato all’uccisione del giovane rapper.
Decisiva è stata la perquisizione, fatta lo scorso luglio, in una delle abitazioni appartenenti a “Keefe D” dove sono stati sequestrati proiettili, computer, cellulari, tablet, una rivista che parlava di Tupac e altri oggetti ritenuti collegati alla sparatoria del 1996.
Nel libro “Compton Street Legends” di “Keefe D” – pubblicato nel 2019 – lui stesso si definiva come uno dei “testimoni ancora in vita” della morte di 2Pac.
Ed effettivamente Davis era proprio l’ultima delle quattro persone che si trovavano sulla Cadillac bianca da cui sono partiti i colpi che hanno raggiunto Tupac. Gli altri principali testimoni dell’omicidio, infatti, sono tutti morti: il nipote di Davis, Orlando “Baby Lane” Anderson (indicato proprio dallo zio “Keefe D” come colui che ha premuto il grilletto e che poco prima aveva avuto una rissa con 2Pac), Terrence “Bubble Up” Brown e DeAndre “Freaky” Smith.
“Si è spesso detto che una giustizia che arriva in ritardo è una giustizia negata. In questo caso la giustizia è stata ritardata, ma non verrà negata”. A dire queste significative parole è Steve Wolfson, procuratore distrettuale, a The Associated Press.
Tupac, tra i più importanti rapper della storia e simbolo del movimento Black Lives Matter, forse potrà ottenere – una volta per tutte – giustizia. Quel che è certo, è che Tupac Shakur non verrà mai dimenticato.
di Filippo Messina
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