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Oscar, Anora miglior film. Trionfano Adrien Brody, Mikey Madison, Kieran Culkin e Zoe Saldana. Delusione Rossellini

Agli Oscar successo per “Anora” di Sean Baker che porta a casa il maggior numero di statuette tra cui quella per la categoria più importante: Miglior film. Sean Baker vince anche per la Miglior regia, Miglior montaggio e Miglior sceneggiatura originale. Il film porta a casa ben cinque statuette. 

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Oscar, Anora miglior film. Trionfano Adrien Brody, Mikey Madison, Kieran Culkin e Zoe Saldana. Delusione Rossellini

Agli Oscar successo per “Anora” di Sean Baker che porta a casa il maggior numero di statuette tra cui quella per la categoria più importante: Miglior film. Sean Baker vince anche per la Miglior regia, Miglior montaggio e Miglior sceneggiatura originale. Il film porta a casa ben cinque statuette. 

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Oscar, Anora miglior film. Trionfano Adrien Brody, Mikey Madison, Kieran Culkin e Zoe Saldana. Delusione Rossellini

Agli Oscar successo per “Anora” di Sean Baker che porta a casa il maggior numero di statuette tra cui quella per la categoria più importante: Miglior film. Sean Baker vince anche per la Miglior regia, Miglior montaggio e Miglior sceneggiatura originale. Il film porta a casa ben cinque statuette. 

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Agli Oscar successo per “Anora” di Sean Baker che porta a casa il maggior numero di statuette tra cui quella per la categoria più importante: Miglior film. Sean Baker vince anche per la Miglior regia, Miglior montaggio e Miglior sceneggiatura originale. Il film porta a casa ben cinque statuette. 

Successo per “Anora” di Sean Baker che porta a casa il maggior numero di statuette tra cui quella per la categoria più importante: Miglior film. Sean Baker vince anche per la Miglior regia, Miglior montaggio e Miglior sceneggiatura originale. Il film porta a casa ben cinque statuette

Forse il senso di tutti questi premi era dare un messaggio sul cinema indipendente? Si possono fare buoni film anche con un budget ridotto? Certo, va bene. È giusto. Ma l’Oscar all’attrice protagonista (andato a Mikey Madison per aver interpretato il personaggio di Anora), almeno quello, poteva finire nelle mani di Demi Moore. Per la sua interpretazione audace in “The Substance”. Insomma, la Moore l’Oscar (alla sua prima candidatura a 62 anni, dopo la carriera straordinaria che ha avuto) lo meritava. C’è poco altro da dire.

Adrien Brody con questa è alla seconda statuetta della sua vita (ha già vinto un Oscar per “Il pianista” di Roman Polanski). Vince nella categoria Miglior attore protagonista per il ruolo in “The Brutalistdiretto da Brady Corbet. E fa un discorso toccante. Ringrazia la madre e il padre per le basi che gli hanno dato quelle basi che gli hanno permesso di avere la forza di seguire il suo sogno. Dichiara la sua gratitudine nei confronti del mestiere che fa e verso le persone: “amiamoci l’un l’altro”, dice.

Miglior attrice non protagonista è Zoe Saldana ma forse è lei la vera protagonista di questa 97esima edizione condotta dal comico Conan O’Brian – per la sua commozione contagiosa. Sul palco con la statuetta stratta tra le mani grida emozionata: “Mamma! C’è mia mamma qui!”. E ancora piange quando ringrazia tutta la famiglia, le sorelle, il marito italiano. Continua dicendo che è un’orgogliosa figlia di immigrati e conclude: “sono la prima americana di origine domenicana a ricevere l’Oscar!”.

Un altro Oscar che segna la storia è quello a Paul Tazewell. Vince per i Migliori costumi (per il film “Wicked”) e sul palcoannuncia con gli occhi lucidi: “Sono il primo uomo di colore nella storia degli Oscar a vincere questo premio in questa categoria”.

Miglior attore non protagonista è Kieran Culkin per “A Real Pain. Alla sua prima nomination porta a casa la statuetta concorrendo con attori del calibro di Edward Norton e Jeremy Strong. Il suo discorso lascia un po’ perplessi. Forse considerata l’intensità della sua interpretazione nel film scritto e diretto da Jesse Eisenberg, si ipotizzava qualcosa di più toccante. Non c’è stato.

La Migliore sceneggiatura non originale invece va a Peter Straughan per “Conclave”.

Fermi tutti! A un certo punto arriva sul palco Mick Jagger, energico come sempre, per presentare la candidatura alla Migliore canzone originale. “Tutti volevano Bob Dylan”, dice ridendo, “ma ha detto no, ci vuole qualcuno di più giovane. Così ho detto va bene! Lo faccio io, ed eccomi qua!” La statuetta se l’aggiudica il brano “El Mal” del film Emila Peréz interpretata sempre da Zoe Saldana.

Un documentario di cui si sentirà parlare a lungo èNo Other Land” (regia di un collettivo israelo-palestinese composto da: Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor e Hamdan Ballal) che vince nella categoria Miglior documentario. A questo punto della cerimonia si è sentito l’unico momento in cui la forza politica si è fatta avanti dirompente, la pellicola racconta di come un gruppo di attivisti palestinesi (sostenuto da israeliani) documenta la lotta contro la missione israeliana e ricordiamo che questo film non ha trovato la distribuzione negli Stati Uniti che comunque lo hanno premiato con l’Oscar. Questo è un segno di speranza, come hanno detto dallo studio di Rai 1. È La vera vittoria politica di questa edizione. 

Grande attesa per il momento dedicato alla Migliore fotografia dove a presentare c’era sul palco la nostra Alba Rohrwacher insieme – tra gli altri – a Willem Defoe, un commosso Lol Crawley inforca gli occhiali, ritira il premio per il suo lavoro in The Brutalist e ringrazia tutti coloro che hanno collaborato per arrivare a questo risultato. The Brutalist (candidato con 10 nomination) conquista anche l’Oscar per la Miglior colonna sonora. 

L’Oscar per il Miglior film internazionale lo vince il Brasile con “Io sono ancora qui” (film amatissimo dal pubblico!), il regista Walter Salles dice: “questo premio è per una donna che ha scelto di non piegare il capo e resistere”.

“Dune – parte due” si porta a casa l’Oscar per il Miglior sonoro e quello per gli effetti speciali. “Wicked” vince quello per la Miglior scenografia. Primo Oscar per Pierre Olivier Persin, Stéphanie Guillon e Marilyne Scarselli che hanno conquistato la categoria Miglior trucco e acconciatura con The Substance premiato pochissimo, un vero peccato. 

Niente per Timothée Chalamet per la sua interpretazione nei panni di Bob Dylan in “A Complete Unknowdiretto da James Mangold. Anche se non ci sono film italiani in questa edizione, l’Italia si fa comunque sentire al Dolby Theater con una felicissima Isabella Rossellini vestita di velluto blu per omaggiare David Lynch e il suo “Blue Velvet”.

Nello studio di Rai 1, dove andava in onda la diretta italiana, c’è stato un bel dibattito tra i presenti (oltre al conduttore Alberto Matano, c’erano: Paolo Mereghetti – che non ha apprezzato per niente “Anora” ritenendo che non dovesse neanche vincere la Palma d’oro al Festival di Cannes e come dargli torto -, Piera Detassis – che afferma: “sono una fan di Emilia Peréz, ma c’è stato un accanimento mediatico su questo film.” – Paola Jacobbi, Federico Pontiggia, Giovanna Botteri, Laura Delli Colli, Mattia Carzaniga e Paolo Sommaruga).

Nel momento della cerimonia dedicato alle personalità influenti del mondo del cinema che ci hanno lasciati nell’arco dell’anno trascorso, purtroppo hanno dimenticato il grande Alain Delon (grave errore) e una preghiera speciale è andata al gigante Gene Hackman mancato pochi giorni fa in circostanze ancora incomprensibili.

di Hilary Tiscione

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