Alle radici del fenomeno Sinner
| Sport
“O vinco o imparo”: una frase che racchiude l’essenza del fuoriclasse e che descrive perfettamente Sinner, riuscito nell’impresa di battere Djokovic agli Australian Open
Alle radici del fenomeno Sinner
“O vinco o imparo”: una frase che racchiude l’essenza del fuoriclasse e che descrive perfettamente Sinner, riuscito nell’impresa di battere Djokovic agli Australian Open
| Sport
Alle radici del fenomeno Sinner
“O vinco o imparo”: una frase che racchiude l’essenza del fuoriclasse e che descrive perfettamente Sinner, riuscito nell’impresa di battere Djokovic agli Australian Open
| Sport
AUTORE: Fulvio Giuliani
Qui non si tratta di cercare gli aggettivi in grado di descrivere un puro fenomeno. La questione non è azzeccare l’immagine vincente, il superlativo corretto per un predestinato. Si deve necessariamente partire dall’uomo che Jannik Sinner è riuscito a battere nella semifinale degli Australian Open di questa mattina all’alba (per noi in Italia): Nole Djokovic.
Il più grande di ogni tempo, in base ai freddi numeri che magari non saranno in grado di descrivere interamente un campione, una storia – in questo caso una leggenda – ma certo restano granitici nel raccontare il serbo come una delle più perfette macchine agonistiche che si siano mai viste in qualsiasi sport.
Jannik Sinner ha battuto costui concedendogli un solo set – il quarto perso al tiebreak – in cui si possa dire ci sia stata partita. Negli altri tre vinti dall’azzurro (a Nole, Jannik ha lasciato 6 game su 18 in questi set..) sembrava di assistere allo spettacolo che innumerevoli volte lo stesso Djokovic ha offerto in giro per il mondo: quell’idea di granitica, assoluta, ineluttabile forza che diventa certezza aritmetica di vittoria. L’idea inculcata nell’avversario che non sia possibile batterlo, almeno non oggi.
Quello che Djokovic fece a Sinner appena una manciata di mesi fa Wimbledon, quando l’italiano fu strapazzato proprio dal serbo nella semifinale del più importante torneo al mondo.
C’è una frase che i distratti considerano semplicemente “fatta“ e invece racchiude l’essenza del fuoriclasse: “Vinco o imparo“. Jannik Sinner imparò tantissimo a Wimbledon e ha continuato a farlo nelle ATP Finals di Torino, quando ancora – una manciata di settimane fa – Nole appariva imprendibile. Poi, in Coppa Davis tutto è cambiato.
Nulla di casuale, frutto di lavoro, programmazione e studio. Di un talento fuor dal comune, questo è evidente, ma supportato da qualità psicologiche e morali che negli ultimi mesi sono letteralmente esplose all’attenzione del mondo. La grandezza del ragazzo è in una nostra certezza: queste sono le ore in cui ci si godrà una vittoria che resterà nella memoria sua e di tutti, ma molto presto resterà spazio e tempo solo per la concentrazione.
Solo per la finalissima degli Australian Open, una delle quattro prove del Grande Slam. Una delle quattro prove che ti trascinano nella storia della sport. Che bel risveglio.
di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
- Tag: Tennis
Leggi anche
Djokovic batte Musetti in una finale epica, ma serbo annuncia forfait alle Atp Finals
08 Novembre 2025
Niente da fare per Lorenzo Musetti. Novak Djokovic ha vinto oggi, sabato 8 novembre, la finale del…
I re del tennis. Anche social
07 Novembre 2025
Tweet di Carlos che posta sui social anche l’incrocio tra spade, ricordandoci la lotta per il tron…
De Rossi è il nuovo allenatore del Genoa
05 Novembre 2025
Dopo l’esonero di Patrick Vieira, il Genoa ha scelto il suo nuovo allenatore, l’ex centrocampista…
San Siro, Procura di Milano indaga per turbativa d’asta. Firmato il rogito
05 Novembre 2025
La Procura di Milano indaga per turbativa d’asta sulla vendita dello stadio San Siro. È quanto si…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.