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Basket, Mondiali: Italia batte Portorico e raggiunge i quarti di finale

Basket: Italia batte Portorico 73-57, vola ai quarti di finale e torna tra le prime otto ai Mondiali! Non accadeva dal 1998
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Basket, Mondiali: Italia batte Portorico e raggiunge i quarti di finale

Basket: Italia batte Portorico 73-57, vola ai quarti di finale e torna tra le prime otto ai Mondiali! Non accadeva dal 1998
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Basket, Mondiali: Italia batte Portorico e raggiunge i quarti di finale

Basket: Italia batte Portorico 73-57, vola ai quarti di finale e torna tra le prime otto ai Mondiali! Non accadeva dal 1998
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Basket: Italia batte Portorico 73-57, vola ai quarti di finale e torna tra le prime otto ai Mondiali! Non accadeva dal 1998
Basket: Italia batte Portorico 73-57, vola ai quarti di finale e torna tra le prime otto ai Mondiali! Non accadeva dal 1998. Un grandissimo risultato per la squadra di Pozzecco. Tra le prime otto ai Mondiali dopo 25 anni. L’Italia che batte Portorico è la nazionale del Poz, che ha realizzato un duplicato del primo esperimento di democrazia ateniese. Uguaglianza, partecipazione e condivisione. Esaltazione della collettività a discapito del singolo e niente culto della personalità. Il mattone lo mette in ogni sessione di allenamento il commissario tecnico, che pochi secondi dopo la fine del trionfo con Portorico che spedisce gli azzurri ai quarti di finale ricorda il nonno di Matteo Spagnolo. Umanità e sentimenti, tra schemi e ribaltamenti per i tiri da tre: è la chimica azzurra che sta producendo risultati straordinari. Contro Portorico è stato il turno di Pippo Ricci, attacco e difesa e le triple decisive per l’ultimo assalto ai portoricani. L’esaltazione dell’essenziale. E ancora di Gigi Datome (200 partite in azzurro, nella top ten all time con l’Italia) che posticipa l’ultima partita in una meravigliosa carriera, con Nik Melli (sette rimbalzi offensivi) che per quoziente intellettivo potrebbe tranquillamente barattare una maglia azzurra con un posto di lavoro alla Nasa. Una squadra atipica, nel bene e nel male (come ci raccontava Gianluca Basile), che sta ereditando in dosi omeopatiche la lucida follia del suo allenatore e di uno staff tecnico eccellente. Dalla partita perduta malamente con la Repubblica Dominicana, l’Italia gioca il suo basket. Tra pregi e difetti, alti e bassi, intensità difensiva e logiche difficoltà offensive, se Fontecchio non è in versione deluxe, come avvenuto contro i portoricani dopo aver messo 30 punti contro i serbi. Si fa fatica contro tutte ma si vince, si combatte, con litri di sudore sul parquet. Dunque, non si torna a casa. Era una partita win or go home, come dicono gli americani per le gare 7 dei playoff Nba. Tra 48 ore ci toccano gli Stati Uniti o la Lituania. Forse sarebbe bello sfidare la corazzata allenata da Steve Kerr, magari trovare Paolo Banchero che ha scelto (legittimamente, anche se la comunicazione è stata un buco nero, anche della federazione italiana) di giocare per le stelle e strisce. Per ora siamo tra le migliori otto al mondo. E non sono impressioni di settembre.   di Nicola Sellitti

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