Conte e le storie infinite del calcio
Quello che è successo nel breve volgere di una settimana, dalla vittoria dello scudetto alla per certi aspetti persino più clamorosa conferma di Antonio Conte sulla panchina napoletana, impone una riflessione
Conte e le storie infinite del calcio
Quello che è successo nel breve volgere di una settimana, dalla vittoria dello scudetto alla per certi aspetti persino più clamorosa conferma di Antonio Conte sulla panchina napoletana, impone una riflessione
Conte e le storie infinite del calcio
Quello che è successo nel breve volgere di una settimana, dalla vittoria dello scudetto alla per certi aspetti persino più clamorosa conferma di Antonio Conte sulla panchina napoletana, impone una riflessione
Non sono in alcun modo sospettabile di eccesso di morbidezza nei confronti di Antonio Conte. O che ne sia affascinato “a scatola chiusa”, tanto da non scorgere umanissimi difetti ed esagerazioni. Fanno fede le righe scritte in almeno due occasioni, solo negli ultimi mesi. Quando l’allenatore del Napoli non ha mancato di sottolineare con durezza – a mio modesto avviso – la presunta impossibilità o estrema difficoltà del costruire cicli vincenti in questa piazza. Quello che è successo nel breve volgere di una settimana, dalla vittoria dello scudetto alla per certi aspetti persino più clamorosa conferma, impone una riflessione.
Detto con il massimo rispetto per ciascuno dei protagonisti, è vero tutto e il contrario di tutto. Perché è fuorviante (come minimo) legare il sì del tecnico solo alle travolgenti manifestazioni di entusiasmo e affetto. Ma è altrettanto indiscutibile che il modo in cui Napoli e i napoletani hanno saputo vivere questo successo ha influito. Eccome se ha influito.
Conte non lo dice o non lo dirà, ma per lui parlano la moglie e il fedele Oriali. Entrambi affascinati da un “moto di popolo“ per cui è valsa la pena fare pressione sul marito e illustre collega. Che Conte resti a guidare i Campioni d’Italia grazie all’arrivo di De Bruyne, di altri calciatori di livello europeo e di una discreta montagna di denari è più che pacifico. Nessuno si sognerebbe di negarlo o di considerarlo accessorio. Però non si può passare tutta una vita a parlare o scrivere di calcio esercitando solo una qualche forma di cinismo. Soldi e giocatori ce n’erano in abbondanza anche alla Juventus – la Juventus, basta la parola – eppure non sono bastati. Questo è un fatto oggettivamente nuovo e non solo per Conte, se consideriamo che il giorno dopo un altro allenatore – Gasperini – ha preferito altri lidi.
Il fascino dello sport più popolare al mondo risiede nella sua assoluta imprevedibilità. Nelle vittorie non dei più forti o più attrezzati. Nella passione che smuove le montagne… e gli allenatori.
Di Fulvio Giuliani
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