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Europei di Nuoto: L’Italia dello sport sia da esempio

L’Italia che stacca le altre Nazioni negli Europei di nuoto a bracciate è lo stesso Paese che non dovrebbe rassegnarsi a una classe dirigente mediocre e raccogliticcia.
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Europei di Nuoto: L’Italia dello sport sia da esempio

L’Italia che stacca le altre Nazioni negli Europei di nuoto a bracciate è lo stesso Paese che non dovrebbe rassegnarsi a una classe dirigente mediocre e raccogliticcia.
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Europei di Nuoto: L’Italia dello sport sia da esempio

L’Italia che stacca le altre Nazioni negli Europei di nuoto a bracciate è lo stesso Paese che non dovrebbe rassegnarsi a una classe dirigente mediocre e raccogliticcia.
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L’Italia che stacca le altre Nazioni negli Europei di nuoto a bracciate è lo stesso Paese che non dovrebbe rassegnarsi a una classe dirigente mediocre e raccogliticcia.

Quanto sta accadendo in queste bellissime giornate romane non è solo la storia di un impressionante dominio tecnico-agonistico italiano agli Europei di nuoto. È molto di più e ci arriviamo con ordine.

La sequenza di trionfi azzurri nel nuoto, nei tuffi, nel nuoto artistico e – ci auguriamo – nella pallanuoto impone una lettura che vada oltre lo sport. LItalia sta facendo segnare un dominio a livello continentale che non si vedeva dai tempi dellUnione sovietica e della Germania dellEst. Parliamo di realtà intuitivamente non paragonabili alla nostra, per banali questioni storiche e per ben note pratiche illegali e antisportive che resero corazzate inaffrontabili le Nazionali del blocco sovietico. In special modo lUrss e la Ddr, che fecero del doping di Stato una religione di Stato. Per l’Italia, aver praticamente cancellato qualsiasi concorrenza – nel nuoto di oggi – ha dellincredibile. Per meglio dire, del credibilissimo.

Sono le ragioni, le motivazioni profonde delle vittorie in sequenza raccolte dai nostri atleti, infatti, a permetterci di ragionare non solo di questioni tecnico-agonistiche. L’Italia vince, perché ha creato una scuola di altissimo livello. Ha saputo sfruttare l’onda lunga – è proprio il caso di scrivere – dei campioni che a cavallo del nuovo millennio fecero letteralmente esplodere la moda e la mania del nuoto. Facciamo un breve elenco: il primo record del mondo firmato da un italiano, Giorgio Lamberti, i trionfi delle Olimpiadi di Sydney 2000, l’affacciarsi sul palcoscenico mondiale del fenomeno Federica Pellegrini (sedici anni!) ad Atene 2004 e subito dopo lo storico bis mondiale nei 100 metri stile libero di Filippo Magnini. Parliamo, in quest’ultimo caso, della gara delle gare, la distanza che consegna alla storia (per informazioni, chiedere a Marcell Jacobs, per l’atletica, dopo Tokyo 2020). Tutto questo ha spinto in piscina migliaia di ragazze e ragazzi, affascinati dall’esempio e dalle vittorie di atleti diventati anche vere e proprie ‘star’. Nonostante una cronica carenza di strutture, in particolar modo in alcune parti del Paese, questi bambini e adolescenti hanno trovato in piscina ad attenderli tecnici formati come si deve e un sistema di segnalazione e selezione dei migliori che ha consentito all’Italia di creare una Nazionale impressionante. Abbiamo atleti di punta fra le donne come fra gli uomini, in tutti gli stili e sulle diverse distanze.

Il fuoriclasse, il fenomeno baciato dalla natura e dal talento, può venir fuori ovunque. Una rosa di campioni e di protagonisti di livello mondiale si costruisce solo con l’esempio e la programmazione di una grande scuola. Il Paese, oltre che dire grazie, dovrebbe interrogarsi sul perché in tanti altri settori abbia invece rinunciato alla scuola e alla preparazione sistematica. Un ambiente che esalta la voglia di sacrificarsi e la consapevolezza di non poter raggiungere nessun grande traguardo senza fatica (moltissima). Come in qualsiasi attività umana, peraltro, fisica o concettuale che sia.

L’Italia che stacca l’Europa a bracciate è lo stesso Paese che non dovrebbe rassegnarsi a una classe dirigente mediocre e raccogliticcia. La macchina statale non può accontentarsi delle seconde linee, perché tutti i migliori vanno nel privato. Comprensibilmente, considerato quanto poco valga il merito e la sana concorrenza in troppi settori pubblici, a cominciare dalla scuola.

Per concludere, diamo pure meritatissimi premi, riconoscimenti e titoli agli atleti che stanno dominando gli Europei di nuoto, ma soprattutto torniamo tutti a scuola da chi è diventato campione nella vita studiando e lavorando sodo. di Fulvio Giuliani

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