L’Italia del tennis insegna all’Italia
Non voglio scrivere solo di Jannik Sinner. Voglio concentrarmi anche sul contorno, che per certi aspetti dovrebbe impressionarci ancor di più. L’Italia del tennis dà una grande lezione a tutti
L’Italia del tennis insegna all’Italia
Non voglio scrivere solo di Jannik Sinner. Voglio concentrarmi anche sul contorno, che per certi aspetti dovrebbe impressionarci ancor di più. L’Italia del tennis dà una grande lezione a tutti
L’Italia del tennis insegna all’Italia
Non voglio scrivere solo di Jannik Sinner. Voglio concentrarmi anche sul contorno, che per certi aspetti dovrebbe impressionarci ancor di più. L’Italia del tennis dà una grande lezione a tutti
No, non voglio scrivere di Jannik Sinner. Per meglio dire non solo di Jannik Sinner o, ancor di più, voglio scrivere dell’effetto Jannik Sinner.
Sul ritorno del N.1 mondiale e azzurro in campo si è detto tantissimo. E lo abbiamo fatto anche noi de La Ragione ieri pomeriggio, subito dopo la vittoria sull’argentino Navone.
Giusto così, nella speranza di dover scrivere molto nei prossimi sette giorni romani. Perché parliamo di uno dei più grandi fenomeni di sempre piovuti sul nostro sport.
Tornando a noi, voglio però concentrarmi sul contorno, che per certi aspetti dovrebbe impressionarci ancor di più: un altro azzurro – Musetti – nei primi 10 al mondo. Altri 5 nei primi 50 (e fanno 7), ancora due nei primi 100 (per un totale di nove). Senza mai dimenticare Jasmine Paolini N.5 mondiale fra le ragazze.
Non è la prima volta che lo sottolineiamo, ma continua a meravigliarci la salita vertiginosa di una scuola, di quell’effetto volano che non si ferma a questa pazzesca nidiata di azzurri presenti nella Top 100 mondiale.
Perché gli eserciti di ragazzini e ragazzine che si stanno riversando nelle scuole Tennis di tutto il Paese sull’onda di Sinner – senza trascurare assolutamente il tifo per Berrettini o lo stesso Musetti già personaggi da par loro – lascia razionalmente prevedere un’ulteriore infornata di talenti nei prossimi 10 anni.
Questa è una lezione che non si ferma allo sport, figurarsi al tennis.
Ci ricorda come funziona la vita e la competizione ai massimi livelli, quando si rispettano il talento e la competizione sana e onesta.
Quanta abissale differenza ci sia fra il grigiore del finto egualitarismo che in Italia è sempre piaciuto a tanti fautori della raccomandazione e degli amici degli amici e l’adrenalina del tirar fuori ciascuno il meglio di sé, nel proprio campo si intende.
Di Sinner ne viene fuori uno ogni trenta, quaranta o cinquant’anni, i Berrettini e i Musetti sono rari, ma altri favolosi ragazzi e ragazze emergono lo stesso. Anche se baciati da un talento minore.
Perché conta la volontà, il cuore, lo spirito di sacrificio. Conta tantissimo l’esempio.
Prendiamo appunti, tutti quanti.
di Fulvio Giuliani
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