L’Italia che corre, salta, lancia, tira di dritto, sgomma
Un’Italia che incanta agli Europei di Atletica allo Stadio Olimpico di Roma. Un sogno che si avvera dopo decenni
L’Italia che corre, salta, lancia, tira di dritto, sgomma
Un’Italia che incanta agli Europei di Atletica allo Stadio Olimpico di Roma. Un sogno che si avvera dopo decenni
L’Italia che corre, salta, lancia, tira di dritto, sgomma
Un’Italia che incanta agli Europei di Atletica allo Stadio Olimpico di Roma. Un sogno che si avvera dopo decenni
Un’Italia che incanta agli Europei di Atletica allo Stadio Olimpico di Roma. Un sogno che si avvera dopo decenni
Quest’Italia che corre, salta, lancia, gioca di dritto e di rovescio, va forte su 2 e 4 ruote. Questa Italia che incanta. Una serata come quella di ieri, agli Europei di Atletica allo Stadio Olimpico di Roma, per decenni l’abbiamo potuta solo sognare e invidiare.
Guardavamo altre Nazioni inanellare ori, argenti e bronzi, dominare il medagliere e dare la paga a tutti. Quello che abbiamo fatto noi in 42 minuti da consegnare agli annali e non solo dello sport. Del paese.
Leonardo Fabbri nel peso ha gareggiato solo contro se stesso, unico ad andare oltre i 22 metri: inarrivabile, intoccabile per tutti gli altri e – come lui stesso ha sottolineato – gareggiare contro se stessi è una delle cose più difficili e che impone maggiore maturità in assoluto.
Nei 110 ostacoli Lorenzo Simonelli ha urlato in faccia a tutto il continente la gioia di una superiorità imbarazzante, stampando un tempo che lo pone sotto i riflettori mondiali. Personaggio nato, con la sua paglietta e la bandiera di One Piece – amatissimo personaggio dei manga – si candida a simbolo di un’intera generazione. La stessa di Mattia Furlani, favoloso argento con i suoi 8.38 nel salto in lungo, miglior risultato di sempre di un under 20. Deve ancora dare la maturità e vola, vola, vola…
Poi, il flash che ti arriva dritto al cuore: Marcell Jacobs – il campione olimpico di Tokyo – si conferma campione d’Europa e per l’ennesima volta manda in soffitta dubbi, perplessità, voci, vocine e qualche sciocchezza. Preoccupa la contrattura e non è ancora andato sotto i 10”, ma quello lo dovrà fare a Parigi il 4 agosto alle 21:55, data e orario della finale olimpica.
Alle spalle del campione, la nuova freccia azzurra: Chituru Ali, che ha stracciato due volte il proprio personale nel giro di 90 minuti e sta crescendo a velocità spaventosa. La stessa con cui ha insidiato il suo capitano.
Oro e argento, doppietta azzurra sui 100: svegliateci.
Abbiamo voluto sottolineare ogni vittoria (senza dimenticare Francesco Fortunato bronzo nella 20 chilometri di marcia) perché non solo meritano, ma raccontano: raccontano un Paese che, a dispetto della solita narrazione di se stesso e di quello che ripetono ossessivamente i profeti di sventura, ha la splendida idea di farsi notare da tutto il mondo. Correndo, saltando, gettando, colpendo di dritto e di rovescio, sgasando e sgommando. Con le facce belle, pulite e moderne, gli occhi che parlano.
Mentre il Paese “ufficiale“ si perdeva in chiacchiere, quello reale cresceva e si faceva un paiolo così per arrivare in cima. Prendere appunti.
Di Fulvio Giuliani
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