app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app
Romelu Lukaku

Lukaku e noi

Romelu Lukaku e l’Inter. Lukaku non è uno scandalo, non è “il” problema. È solo l’ennesima prova della vacuità dei protagonisti di questo mondo di plastica chiamato calcio
|

Lukaku e noi

Romelu Lukaku e l’Inter. Lukaku non è uno scandalo, non è “il” problema. È solo l’ennesima prova della vacuità dei protagonisti di questo mondo di plastica chiamato calcio
|

Lukaku e noi

Romelu Lukaku e l’Inter. Lukaku non è uno scandalo, non è “il” problema. È solo l’ennesima prova della vacuità dei protagonisti di questo mondo di plastica chiamato calcio
|
|
Romelu Lukaku e l’Inter. Lukaku non è uno scandalo, non è “il” problema. È solo l’ennesima prova della vacuità dei protagonisti di questo mondo di plastica chiamato calcio
Romelu Lukaku non è uno scandalo, non èilproblema. È solo l’ennesima prova della vacuità dei protagonisti di questo mondo di plastica chiamato calcio. Si badi, non dei tifosi: magari ingenui, apparentemente sprovveduti quando c’è di mezzo una palla a rotolare, ma comunque onesti nelle proprie emozioni. Cocciutamente romantici, a dispetto delle patetiche figure che troppo spesso rubano loro i sogni. Lukaku, Messi, Mbappe possono andarsene dove vogliono: sono professionisti, non hanno obblighi morali verso niente e nessuno. Quanto ai contratti, nel calcio sono solo delle reciproche garanzie di tutela del valore di un giocatore. Finché ne ha uno. Per il resto, non valgono niente. Come la parola e i gesti di certi personaggi, convinti che qualcuno creda ancora alle loro promesse d’amore, alle maglie baciate, ai giri di campo. Tutte balle a uso di Instagram e della caccia grossa al prossimo ingaggio. Fa bene Lukaku ad andarsene dove gli pare, continueremo a difenderlo nella sua sacrosanta battaglia al razzismo e al becerismo sugli spalti. Continueremo a non credere alle sue dichiarazioni d’amore prossime venture, come a quelle di tanti suoi colleghi. Quello che infastidisce non è l’inesistentetradimentodi questa o quella maglia, ma quanto – cari ragazzotti – crediate di poterci prendere per fessi. Amiamo il calcio, amiamo le nostre squadre del cuore. A dispetto della logica e della realtà. Non amiamo voi, perché sappiamo perfettamente che a voi di noi non frega assolutamente nulla. Siete strumenti di una passione inestinguibile. Stop. Rassegnatevi e smettetela di baciare maglie. Quanto a noi, innamorati e felici dello sport che ci accompagna da quando eravamo bimbetti, ribadiamo un concetto limpido e chiaro: vendeteli tutti.   di Fulvio Giuliani

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Troppa Francia questa volta

17 Novembre 2024
Il primo posto nel girone di Nations League sfugge all’Italia, battuta in casa (1-3, con doppiet…

Sinner Signore del mondo

17 Novembre 2024
Inarrestabile e straordinario Sinner che batte in due set Fritz con il risultato di 6-4, 6-4 e t…

MotoGP, Bagnaia vince a Barcellona. Martín (3°) è campione del mondo

17 Novembre 2024
A Bagnaia non basta l’11esimo gran premio vinto in stagione per conservare il titolo. Nella clas…

Enzo Ferrari e la nascita della sua scuderia automobilistica

17 Novembre 2024
Un giorno del 1929 intorno a un tavolo a Bologna ci sono i fratelli Augusto e Alfredo Caniato, M…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI