“Superare me stesso”, parla Filippo Tortu
Filippo Tortu ci parla dei suoi sogni e dei suoi obiettivi, con una mente sempre lucida e ferma, nelle vittorie come nelle sconfitte
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“Superare me stesso”, parla Filippo Tortu
Filippo Tortu ci parla dei suoi sogni e dei suoi obiettivi, con una mente sempre lucida e ferma, nelle vittorie come nelle sconfitte
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Filippo Tortu ci parla dei suoi sogni e dei suoi obiettivi, con una mente sempre lucida e ferma, nelle vittorie come nelle sconfitte
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Filippo Tortu ci parla dei suoi sogni e dei suoi obiettivi, con una mente sempre lucida e ferma, nelle vittorie come nelle sconfitte
Il primo obiettivo è la finale mondiale dei 200 metri. Il secondo, seducente e complicato, è scendere sotto i 20 secondi. La visione di Filippo Tortu è sempre lucida, ferma, tanto nei trionfi quanto nelle sconfitte.
Il suo programma di avvicinamento ai Mondiali di Budapest (al via il 19 agosto) è stato rispettato e lo sprinter milanese è parso in grandi condizioni agli Assoluti di Molfetta, nonostante la sub-lussazione alla spalla destra: nei 200 ha vinto in 20’14 (secondo successo ai campionati italiani), a soli 4 centesimi dal suo crono migliore. La gamba era decisamente sciolta, ci sono tutti i margini per migliorare quel tempo a Budapest.
«Per andare in finale nei 200 servirà di più, spero di avere nelle gambe almeno 15 centesimi in meno in gara» ci confida. «Il lavoro è stato fatto, ora si deve soltanto scendere in pista dove il livello è altissimo e spesso non si considera che in queste competizioni anche l’ingresso in finale è un grande risultato. Ormai l’atletica non conosce più confini, nello sprint vanno forte non soltanto americani e giamaicani. Sarà una competizione tosta ma sono pronto. Ho lavorato tutto l’anno soltanto per questi 200 metri».
Preparazione, forza mentale e la ferita che sanguina ancora: lo scorso anno a Eugene (Stati Uniti) Tortu non ha raggiunto la finale per 3 millesimi, pur stampando il record personale (20’10). Una beffa mitigata dal bronzo agli Europei di Monaco di Baviera, sempre nei 200 metri.
In Ungheria si corre per una medaglia sul mezzo giro. Ma c’è anche la staffetta 4×100, divenuta oggetto di culto dopo l’incredibile oro ai Giochi di Tokyo 2020. Allora Tortu corse in quarta corsia in 8’84, Jacobs in seconda in 8’92. Sul posto nel quartetto allo sparo Filippo non ha ora preferenze: «Posso correre dalla prima alla quinta frazione» scherza. «Recentemente sono andato in seconda senza alcun problema, a me basta essere fra i quattro. Abbiamo un lavoro importante da fare al raduno». Inizia lunedì all’Acquacetosa e fra i preconvocati – assieme a Patta e Desalu, gli olimpionici di Tokyo – c’è anche Jacobs: «Con Marcell ci siamo sentiti, ha chiamato facendomi i complimenti dopo il primato italiano nei 200 metri agli Assoluti di Molfetta. Spero davvero che torni ai suoi livelli ma non ho idea di chi correrà in staffetta in Ungheria. Quello che so è che voglio fissare il mio primato personale anche nella 4×100».
Tortu è consapevole che i cinque ori centrati due anni fa dall’Italia ai Giochi olimpici di Tokyo e i buoni risultati ottenuti in seguito creano aspettative piuttosto alte: gli italiani attendono medaglie, primati come quelli regalati di recente da nuoto e scherma e se possibile ancora sogni, sebbene le Olimpiadi nipponiche abbiano regalato momenti di irripetibile grandezza: «Il movimento cresce, i grandi risultati hanno motivato tanti ragazzi ad avvicinarsi all’atletica. Non dimentichiamo anche il successo finale in Coppa Europa dello scorso anno. Spero che per il nostro Paese sarà un’edizione dei Mondiali da ricordare».
di Nicola Sellitti
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