La battaglia di Vinicius Jr è di tutti
La battaglia di Vinicius Jr è di tutti
La battaglia di Vinicius Jr è di tutti
«Ogni partita fuori casa è una spiacevole sorpresa. E ce ne sono state tante in questa stagione. Mi hanno augurato la morte, esposto un manichino impiccato, molte urla criminali… Tutto registrato». Inizia così un post di sfogo pubblicato sui social network da Vinicius Jr., attaccante brasiliano del Real Madrid finito al centro delle polemiche dopo i casi di razzismo che l’hanno visto coinvolto. Il calciatore è diventato un simbolo contro il razzismo e molti si sono schierati al suo fianco con cortei (in Brasile, in Spagna e non solo) per manifestargli solidarietà e vicinanza. Il Brasile ha protestato con l’ambasciatore spagnolo e ha minacciato di invocare la giurisdizione internazionale; in suo sostegno è stato anche spento il Cristo Redentore.
Ancora una volta purtroppo si è scesi così in basso da utilizzare il colore della pelle come pretesto per offendere e provocare. L’attaccante del Real Madrid è soltanto l’ultimo di una lunga serie di vittime e chi pensa che gli insulti razzisti («Scimmia!», nel suo caso) rivoltigli siano paragonabili ai «Buh» ricevuti da Cristiano Ronaldo, Messi e altri calciatori e che quindi siano ‘normali’, nasconde il problema. In Spagna sette persone sono già state arrestate: tre a Valencia (domenica scorsa si è giocata la partita Valencia-Real Madrid) per insulti razzisti al giocatore e quattro a Madrid per l’impiccagione di un manichino che indossava una maglia di Vinicius Jr. Che a ragione commenta: «Non è calcio, è disumano».
di Filippo MessinaLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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