A Roma, il primo ritiro per videogamers professionisti
Anche i videogiocatori per prepararsi alle Olimpiadi del joystick vanno in ritiro. Dove? Nelle Gaming House dove vengono seguiti da mental coach e nutrizionisti. In palio, infatti, ci sono milioni di euro. Guai a chiamarlo un gioco!
| Recensioni, Tech
A Roma, il primo ritiro per videogamers professionisti
Anche i videogiocatori per prepararsi alle Olimpiadi del joystick vanno in ritiro. Dove? Nelle Gaming House dove vengono seguiti da mental coach e nutrizionisti. In palio, infatti, ci sono milioni di euro. Guai a chiamarlo un gioco!
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A Roma, il primo ritiro per videogamers professionisti
Anche i videogiocatori per prepararsi alle Olimpiadi del joystick vanno in ritiro. Dove? Nelle Gaming House dove vengono seguiti da mental coach e nutrizionisti. In palio, infatti, ci sono milioni di euro. Guai a chiamarlo un gioco!
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Anche i videogiocatori per prepararsi alle Olimpiadi del joystick vanno in ritiro. Dove? Nelle Gaming House dove vengono seguiti da mental coach e nutrizionisti. In palio, infatti, ci sono milioni di euro. Guai a chiamarlo un gioco!
Per chi vuole trasformare la passione dei videogiochi in un lavoro, le Gaming House sono perfette.
Letteralmente “casa da gioco’’, sono dei luoghi dove si perde il senso del tempo e i giocatori convivono per periodi più o meno lunghi, stringendo la console fra le mani anche per 14 ore al giorno. Potremmo definirli come gli uffici di lavoro per i videogiocatori, con la differenza però che si vive davvero. Sono presenti anche i mental coach, che spingono i players ad ‘’allenarsi’’ e li indirizzano a curare l’aspetto strategico e gestire il gruppo dal punto di vista sociale.
I giocatori vivendo insieme imparano a conoscersi e conoscere le caratteristiche dei compagni, un aspetto fondamentale per i tornei dato che influenza molto l’esito di una partita.
Ma facciamo un passo indietro.
Le Gaming House non esisterebbero senza gli eSports ovvero le Olimpiadi dei videogiochi elettronici dove i vincitori dei tornei, alcuni dei quali di professione fanno proprio quello, possono guadagnare anche milioni di euro.
I generi più comuni di eSports sono sparatutto in prima persona (FPS), strategici in tempo reale, MOBA e Battle Royale.
Proprio per questo i giocatori si ritrovano e vivono insieme per allenarsi e raggiungere il risultato migliore nella competizione. Competizioni seguitissime sia online che dal vivo.
Nel 2017 infatti più di 60 milioni di persone nel mondo hanno assistito alle finali del videogioco League of Legends e l’anno successivo il casinò Luxor di Las Vegas ha dedicato un intero spazio a eSports e videogiochi.
Uno potrebbe pensare a un’americanata e invece non è affatto così. La cosa ha preso piede anche in Italia tant’è che da poco è stata inaugurata a Roma la prima Gaming House.
Sponsorizzata da Mercedes-Benz, è un “centro sportivo” che, oltre ai mental coach, vanta anche nutrizionisti e personal trainer. Appena si entra si possono notare fin da subito luci Led soffuse, blu e viola e postazioni PC diverse in base al tipo di videogioco. La zona isolata è quella delle camere, che ha un aspetto piuttosto militare.
Tantissime sale, ognuna adibita per scopi diversi. Ad esempio la Sim-Racing Room, dove i piloti possono allenarsi per le gare sfruttando il simulatore ufficiale di guida oppure la Bootcamp Room, dove i coach si radunano per pensare a delle strategie.
Con la pandemia gli appassionati di videogame sono aumentati tantissimo, anche grazie alla piattaforma Twitch, dove i videogiocatori si filmano mentre giocano e commentano.
Ora milioni di persone non vedono l’ora di guardare dal vivo i propri idoli videoludici sfidarne altri.
L’evento italiano di videogiochi è il Games Week, che si tiene ogni anno a Milano: una fiera per gli appassionati dove ogni anno si presentano le nuove saghe e si assiste anche a tornei dal vivo.
di Marta Melarato
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