Ci sono chip in quasi tutto ciò che possiedi, dal telefono al computer alla tua auto. Ci sono anche in oggetti che non ti aspetteresti, come la lavatrice, lo spazzolino elettrico e il frigorifero. Ma queste minuscole parti che ‘muovono’ la nostra vita sono ora in quantità criticamente scarse.
Per farvene capire la portata vi do alcuni dati: a causa della carenza di chip Nissan produrrà 500mila veicoli in meno mentre General Motors ha dovuto interrompere parte della sua produzione di camion e furgoni e ha persino parcheggiato migliaia di veicoli che non possono essere completati. Il ceo di Apple, Tim Cook, ha avvertito i ‘clienti’ che la carenza di chip avrebbe influito sulle vendite dei suoi telefoni e tablet, cosa che sta puntualmente accadendo, per non parlare delle console PlayStation 5 e Xbox Series X che restano introvabili nonostante siano uscite già da un anno sul mercato.
Perché accade tutto questo? I motivi sono diversi ma i principali sono produttivi e logistici. Il presidente Biden sta spingendo per investire nella produzione americana di chip, chiedendo un investimento di 50 miliardi di dollari al Congresso, ma la costruzione di impianti richiede anni e al momento Taiwan è il principale produttore al mondo di questi preziosi componenti elettronici. La ventilata possibilità di una sua invasione da parte della Cina mette a rischio l’accesso americano alla tecnologia.
Ma il problema riguarda anche la logistica delle merci. Il 90% dell’elettronica mondiale passa attraverso il porto cinese di Yantian, che ha chiuso per diverso tempo a causa della pandemia, lasciando centinaia di container ship in attesa di attraccare. Una volta riaperti i traffici, si sono così creati micidiali colli di bottiglia a causa dell’accumulo di articoli in attesa di essere spediti.
Da un certo punto di vista siamo di fronte al fallimento del sistema di globalizzazione che ha permesso all’Occidente di arricchirsi in questi decenni. L’esportazione delle tecnologie produttive e della produzione stessa di ogni cosa ci ha portati a essere del tutto dipendenti da chi le cose le fa e le sposta, letteralmente. S’impone come urgente un ragionamento più concreto sulla produzione e non soltanto sui servizi.
Di Rudy Bandiera
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