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Starklink

Elon Musk alla conquista dell’orbita terrestre: Starlink supera quota 6 mila satelliti – IL VIDEO

Starlink è l’ultratecnologico servizio di connettività internet lanciato da SpaceX nel 2019 che si avvale di un sistema satellitare che fa rimbalzare il segnate a terra

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Elon Musk alla conquista dell’orbita terrestre: Starlink supera quota 6 mila satelliti – IL VIDEO

Starlink è l’ultratecnologico servizio di connettività internet lanciato da SpaceX nel 2019 che si avvale di un sistema satellitare che fa rimbalzare il segnate a terra

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Elon Musk alla conquista dell’orbita terrestre: Starlink supera quota 6 mila satelliti – IL VIDEO

Starlink è l’ultratecnologico servizio di connettività internet lanciato da SpaceX nel 2019 che si avvale di un sistema satellitare che fa rimbalzare il segnate a terra

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Starlink è l’ultratecnologico servizio di connettività internet lanciato da SpaceX nel 2019 che si avvale di un sistema satellitare che fa rimbalzare il segnate a terra

Starlink è l’ultratecnologico servizio di connettività internet lanciato da SpaceX nel 2019 che, invece di usare la tecnologia via cavo come la fibra ottica, si avvale di un sistema satellitare che fa rimbalzare il segnale a terra. Nei giorni scorsi l’azienda ha introdotto nel mercato italiano il “kit mini”, composto da un’antenna portatile che permette di avere connessione anche in mare aperto o in cima a una montagna e per usufruirne è sufficiente scaricare un’app e posizionare l’antenna auto-orientante all’aria aperta. Nonostante le recenti criticità emerse sullo sfondo dell’inchiesta Sogei, Elon Musk sembra deciso a perseguire il progetto intavolato col governo per portare la connessione veloce nelle zone più remote del Paese che ancora oggi navigano a velocità del tutto inconciliabili con le esigenze della rete internet. L’ingresso di Starlink eliminerebbe di colpo la necessità di infrastrutture onerose, come cavi e antenne terrestri, abbattendo i costi necessari a coprire le aree rurali e montane. Nel frattempo, però, gli operatori tradizionali esigono cautela e si oppongono all’implementazione di questo sistema invitando le autorità competenti a rivedere la normativa affinché anche gli operatori di banda larga satellitare si conformino alle disposizioni riguardanti l’archiviazione dei dati sensibili a cui loro stessi sono soggetti. 

Starlink altro non è che una costellazione di satelliti a orbita bassa, ovvero a circa 550 km dalla superficie terrestre. Quindi, siccome i satelliti in orbita continua si trovano relativamente più vicini ai dispositivi, la latenza (ritardo nella comunicazione) è tra i 25 e i 65 millisecondi. Pur non eclissando la fibra ottica FTTH, a fronte di costi di servizio simili a quelli degli altri operatori, l’esperienza di navigazione risulta competitiva nelle aree meno servite. Il miliardario ha lanciato in orbita i suoi primi 60 satelliti il 23 maggio 2019 utilizzando il Falcon 9, un razzo capace di eseguire fino a 10 viaggi senza la necessità di fare manutenzioni importanti. Nel mondo oggi si contano più di 4 milioni di utenti, 40 mila dei quali sono nel Bel Paese e il livello di saturazione della rete è ancora basso in quanto ogni satellite può gestire circa 2 mila utenti. L’FCC statunitense ha autorizzato l’azienda a mandarne in orbita 12 mila, anche se i piani di Musk prevedono uno sciame di 42 mila satelliti entro prossimi anni. Così facendo potrebbe attivare il crosslinking, un sistema di comunicazione intra-satellitare in grado di ridurre al minimo la dipendenza dalle stazioni di terra offrendo una rete sempre più efficiente e capillare.

Questa tecnologia consegna a Elon Musk un potere quasi “divino” e lo stesso non ha mancato occasione per dimostrarlo. Infatti, detenere il pieno controllo sulla rete internet di un territorio significa sì poter aiutare i suoi abitanti in caso di calamità naturali e guerre, ma anche soggiogarli dando seguito a scopi personali. Se ne è avuta una dimostrazione recente lo scorso settembre in Brasile dopo la decisione del governo di oscurare X, quando Elon Musk ha ben pensato di aggirare il blocco coi suoi satelliti. Oppure nel febbraio 2022, quando poco dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino, SpaceX è accorsa in aiuto degli ucraini fornendo loro i suoi satelliti a titolo gratuito per mantenere operative le aree colpite dai bombardamenti. Sei mesi dopo, però, lo stesso ha deciso scientemente di disattivare il segnale durante un attacco contro le forze russe al largo della Crimea per impedire ai droni sottomarini ucraini, carichi di esplosivi, di colpire le navi militari di Putin. Indispettito, il mese successivo il miliardario ha dichiarato che il servizio gli costava 20 milioni di dollari al mese e ha chiesto a Zelensky di cominciare a pagare le bollette creando scompiglio nel delicatissimo equilibrio geopolitico occidentale. Questi avvenimenti, nell’inarrestabile e necessario progresso tecnologico degli ultimi anni, sollevano riflessioni di carattere etico imponendoci l’obbligo di definire fino a che punto questo tipo di tecnologie possano essere lasciate nelle mani di privati che guardano prima ai loro interessi talvolta mettendo a rischio la tutela dei diritti e della sicurezza dei cittadini.

di Angelo Annese

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