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Pokémon Trading Card Game Pocket

Torna la Pokémon mania con un’app da record

La nuova frontiera del collezionismo contemporaneo si chiama “Pokémon Trading Card Game Pocket”, versione virtuale del famoso gioco di carte

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La nuova frontiera del collezionismo contemporaneo si chiama “Pokémon Trading Card Game Pocket”, versione virtuale del famoso gioco di carte

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La nuova frontiera del collezionismo contemporaneo si chiama “Pokémon Trading Card Game Pocket”, versione virtuale del famoso gioco di carte

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La nuova frontiera del collezionismo contemporaneo si chiama “Pokémon Trading Card Game Pocket”, versione virtuale del famoso gioco di carte

L’adrenalina di non sapere mai cosa c’è dentro. Oggi pure su smartphone, emulando perfino il gesto che da quasi trent’anni tiene incollati centinaia di milioni di curiosi spalmati su tre generazioni: lo sfrigolio del pacchetto, strappo secco in cima e via a caccia della ‘brillante’. La nuova frontiera del collezionismo contemporaneo si chiama “Pokémon Trading Card Game Pocket”, versione virtuale del famoso gioco di carte. L’app per iOS e Android è uscita lo scorso 30 ottobre.

Nel giro di un mese ha già frantumato svariati record: introiti da 6,5 milioni di euro al giorno, oltre 200 in totale, più di 30 milioni di download (primato mondiale di novembre) e soprattutto – fatto piuttosto raro, a ridosso del lancio sul mercato e quasi alla scadenza delle candidature – una nomination ai Game Awards 2024 (una sorta di Oscar per il settore).

È già il prodotto più travolgente di sempre nell’universo attorno a Pikachu. Perfino oltre Pokémon Go: se il tormentone del 2016 registrò un picco ineguagliabile nelle prime 24 ore, quello odierno si profila ben più duraturo. Perché all’epoca la novità era tutta nell’elemento tecnico (la geolocalizzazione, per catturare Pokémon nel mondo reale), mentre ora si estende semplicemente ciò che c’era già. E sgomitava per altro spazio.

Come funziona l’ultima Pokémania? Concetto semplice e a portata di mano: l’app è gratuita, facile all’uso, invoglia subito ad aprire bustine à gogo grazie a una gran cura per i dettagli. Le carte sono a grandezza naturale, identiche in tutto e per tutto alla variante fisica, perfino inclinabili per apprezzarne i riflessi (quelle olografiche sono le più rare e ambite). Rispetto a quelle originali, alcune permettono inoltre di esplorare il paesaggio attorno al Pokémon ritratto e ne illustrano le mosse con una presentazione animata.

Più avanti si procede, più è difficile ottenere nuovi pacchetti. Si aspetta mezz’ora, poi dodici ore, poi un giorno. L’alternativa – ed è qui che Nintendo riempie le casse – è attivare un account premium per 10 euro al mese. E per completare la raccolta, dribblando i doppioni (a oggi esistono 226 carte) servono ulteriori spese ad hoc. Oltre alla collezione ci sono poi le modalità di gioco e di scambio con gli altri utenti. Tutto come nel mondo reale. Senza alcuna fatica.

È da tempo che le carte Pokémon fanno reparto a sé. Un giro d’affari da 20 miliardi di dollari (fonte PR Newswire), quasi 70 miliardi di unità stampate e soprattutto un’intuizione commerciale che a distanza di decenni – la prima edizione sbarcò a Tokyo nel 1996 – vive una nuova ondata di popolarità. Basta uno sguardo ai numeri: secondo “Statista”, nell’ultimo lustro la produzione globale di carte è passata da 1,5 miliardi di dollari del 2019 ai 3,7 del 2021, per arrivare ai 9,7 miliardi dello scorso anno.

A sempre nuove generazioni di Pokémon – siamo arrivati a 1.025 – e di umani appassionati corrisponde questa crescita esponenziale. Nintendo ha deciso così di sfruttare il momento nel modo più remunerativo e agile possibile: i costi di sviluppo e lancio dell’applicazione superano appena il milione di euro.

Bruscolini, rispetto al successo che ne sta derivando. Con ulteriori margini di aumento, visto che il solo Giappone rappresenta finora il 40% del mercato. Fra i fanatici e gli addetti ai lavori già fioccano i paragoni con certi blockbuster: «Pokémon Tgc Pocket ha già superato gli incassi del sequel di “Joker”». È l’ennesimo elettroshock di Pikachu. A segno ancora una volta, come quello slogan – “Acchiappali tutti!” – che non invecchia mai. Filatelia 3.0.

Di Francesco Gottardi

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