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Conclave, fumata nera: l’attesa per il nuovo papa continua

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Fumata nera: il mondo attende ancora. La Cappella Sistina resta avvolta nel silenzio, mentre la Chiesa continua il cammino verso il successore di Papa Francesco

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Conclave, fumata nera: l’attesa per il nuovo papa continua

Fumata nera: il mondo attende ancora. La Cappella Sistina resta avvolta nel silenzio, mentre la Chiesa continua il cammino verso il successore di Papa Francesco

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Conclave, fumata nera: l’attesa per il nuovo papa continua

Fumata nera: il mondo attende ancora. La Cappella Sistina resta avvolta nel silenzio, mentre la Chiesa continua il cammino verso il successore di Papa Francesco

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Ore 21.00

Fumata nera: il mondo attende ancora. Nessun papa eletto al primo scrutinio. La Cappella Sistina resta avvolta nel silenzio, mentre la Chiesa continua il cammino verso il successore di Papa Francesco.

Ore 17.45

Il maestro delle cerimonie pontificie, mons. Diego Ravelli, arcivescovo e non cardinale, ha pronunciato l”Extra omnes’, ‘fuori tutti’.

Ore 17.00

I cardinali elettori, dopo l’orazione, alla presenza di tutti coloro che hanno partecipato alla processione solenne, pronunciano il giuramento. “E io -cardinale …prometto, mi obbligo e giuro con la mano nel Vangelo. Il primo è il cardinale Pietro Parolin.

I 133 cardinali elettori in Sistina stanno prestando giuramento sul Vangelo con la formula in latino: ‘Et ego cardinalis …spondeo, voveo ac iuro sic me Deus adiuvet ed haec sancta Dei evangelia quae manu mea tango’ (E io card… prometto, mi obbligo, e giuro. Così Dio mi aiuti e questi santi Evangeli che tocco con la mia mano’)

Ore 16.50

Il cardinale Pietro Parolin, che presiederà tutto il Conclave, introducendo la processione dei 133 cardinali elettori in Sistina, con la formula in latino ha osservato: “Tutta la Chiesa, unita a noi nella preghiera, invoca istantemente la grazia dello Spirito Santo, perchè sia eletto da noi un degno Pastore di tutto il gregge di Cristo”.


A partire dalle ore 16:30 è cominciato il Conclave che porterà all’elezione del nuovo Papa, il 267esimo della storia della chiesa.

Alle ore 19:00 la prima fumata.

Il Conclave parte con molti favoriti. Ma ci potrebbero essere delle alleanze inaspettate che porterebbero poi a ribaltare i pronostici.

Conclave, la Messa “Pro eligendo”. Il testo completo

I cardinali – sia coloro che partecipano al Conclave sia i non elettori – sono nella Basilica di San Pietro. Dove a partire dalle ore 10:00 viene celebrata la messa “Pro eligendo Romano Pontifice”. La messa è presieduta da Giovanni Battista Re – il decano del Collegio cardinalizio – e concelebrata dai cardinali elettori. Sono stati oltre 5mila i fedeli presenti alla Messa “Pro eligendo” nella basilica di San Pietro.

Di seguito, il testo completo.

Conclave, la prima parte del testo

Omelia del Cardinale Giovanni Battista Re

Negli Atti degli Apostoli si legge che, dopo l’ascensione di Cristo al cielo e in attesa della Pentecoste, tutti erano perseveranti e concordi nella preghiera insieme con Maria, la Madre di Gesù (cfr. At 1,14).

È proprio quello che anche noi stiamo facendo a poche ore dall’inizio del Conclave, sotto lo sguardo della Madonna posta a fianco dell’altare, in questa Basilica che si eleva sopra la tomba dell’Apostolo Pietro.

Percepiamo unito a noi l’intero popolo di Dio col suo senso di fede, di amore al Papa e di fiduciosa attesa.

Siamo qui per invocare l’aiuto dello Spirito Santo, per implorare la sua luce e la sua forza perché sia eletto il Papa di cui la Chiesa e l’umanità hanno bisogno in questo tornante della storia tanto difficile e complesso”.

Pregare, invocando lo Spirito Santo, è l’unico atteggiamento giusto e doveroso, mentre i Cardinali elettori si preparano ad un atto di massima responsabilità umana ed ecclesiale e ad una scelta di eccezionale importanza; un atto umano per il quale si deve lasciar cadere ogni considerazione personale, e avere nella mente e nel cuore solo il Dio di Gesù Cristo e il bene della Chiesa e dell’umanità.

Seconda parte

Nel Vangelo che è stato proclamato sono risuonate parole che ci portano al cuore del supremo messaggio-testamento di Gesù, consegnato ai suoi Apostoli nella sera della Cena di Addio nel Cenacolo: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato”. Quasi a precisare quel “come io vi ho amato” e indicare fino dove deve giungere il nostro amore, Gesù di seguito afferma: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,12).

È il messaggio dell’amore, che Gesù definisce comandamento “nuovo”. Nuovo perché trasforma in positivo e amplia grandemente l’ammonimento dell’Antico Testamento, che diceva: “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.

L’amore, che Gesù rivela, non conosce limiti e deve caratterizzare i pensieri e l’azione di tutti i suoi discepoli, i quali nel loro comportamento devono sempre mostrare un amore autentico e impegnarsi per la costruzione di una nuova civiltà, quella che Paolo VI chiamò “civiltà dell’amore”. L’amore è la sola forza capace di cambiare il mondo.

Terza parte

Gesù ci ha dato l’esempio di questo amore all’inizio dell’ultima cena con un gesto sorprendente: si è abbassato al servizio degli altri, lavando i piedi agli Apostoli, senza discriminazioni, non escludendo Giuda che lo avrebbe tradito.

Questo messaggio di Gesù si ricollega a quanto abbiamo ascoltato nella prima lettura della Messa, nella quale il Profeta Isaia ci ha ricordato che la qualità fondamentale dei Pastori è l’amore fino al dono completo di sé.

Dai testi liturgici di questa celebrazione eucaristica ci viene pertanto un invito all’amore fraterno, all’aiuto vicendevole e all’impegno per la comunione ecclesiale e per la fraternità umana universale. Fra i compiti di ogni successore di Pietro vi è quello di far crescere la comunione: comunione di tutti i cristiani con Cristo; comunione dei Vescovi col Papa; comunione dei Vescovi fra di loro. Non una comunione autoreferenziale, ma tutta tesa alla comunione fra le persone, i popoli e le culture, avendo a cuore che la Chiesa sia sempre “casa e scuola di comunione”.

Quarta parte

È inoltre forte il richiamo a mantenere l’unità della Chiesa nel solco tracciato da Cristo agli Apostoli. L’unità della Chiesa è voluta da Cristo; un’unità che non significa uniformità, ma salda e profonda comunione nelle diversità, purché si rimanga nella piena fedeltà al Vangelo.

Ogni Papa continua a incarnare Pietro e la sua missione e così rappresenta Cristo in terra; egli è la roccia su cui è edificata la Chiesa (cfr. Mt 16,18).

L’elezione del nuovo Papa non è un semplice avvicendarsi di persone, ma è sempre l’Apostolo Pietro che ritorna.

I Cardinali elettori esprimeranno il loro voto nella Cappella Sistina, dove – come dice la Costituzione Apostolica Universi dominici gregis – “tutto concorre ad alimentare la consapevolezza della presenza di Dio, al cui cospetto ciascuno dovrà presentarsi un giorno per essere giudicato”.

Nel Trittico Romano Papa Giovanni Paolo II auspicava che, nelle ore della grande decisione mediante il voto, l’incombente immagine michelangiolesca di Gesù Giudice ricordasse a ciascuno la grandezza della responsabilità di porre le “somme chiavi” (Dante) nelle mani giuste.

Quinta parte

Preghiamo quindi perché lo Spirito Santo, che negli ultimi cento anni ci ha donato una serie di Pontefici veramente santi e grandi, ci regali un nuovo Papa secondo il cuore di Dio per il bene della Chiesa e dell’umanità.

Preghiamo perché Dio conceda alla Chiesa il Papa che meglio sappia risvegliare le coscienze di tutti e le energie morali e spirituali nella società odierna, caratterizzata da grande progresso tecnologico, ma che tende a dimenticare Dio.

Il mondo di oggi attende molto dalla Chiesa per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le generazioni future.

La Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, intervenga con la sua materna intercessione, perché lo Spirito Santo illumini le menti dei Cardinali elettori e li renda concordi nell’elezione del Papa di cui ha bisogno il nostro tempo”.

Conclave, chi sono i possibili successori di Papa Francesco

La corsa alla successione del Papa è aperta. Al via il Conclave. Ognuno con la propria storia, ognuno con le proprie idee. I cardinali ritenuti più vicini al soglio pontificio sono 15, come riporta una lista pubblicata dalla Afp.

Fra questi figurano 4 italiani:

  • Pietro Parolin, 70 anni;
  • Matteo Maria Zuppi, 69 anni;
  • Pierbattista Pizzaballa, 60 anni;
  • Claudio Gugerotti, 69 anni.

Gli altri candidati provenienti dell’Europa sono:

  • Jean-Marc Aveline (Francia), 66 anni;
  • Anders Arborelius (Svezia), 75 anni;
  • Mario Grech (Malta), 68 anni;
  • Péter Erdő (Ungheria), 72 anni;
  • Jean-Claude Hollerich (Lussemburgo), 66 anni.

Dagli Stati Uniti d’America:

  • Robert Francis Prevost, 69 anni;
  • Timothy Dolan, 75 anni.

Dall’Asia invece troviamo:

  • Luis Antonio Gokim Tagle (Filippine), 67 anni;
  • Charles Maung Bo (Myanmar), 76 anni.

Dall’Africa:

  • Fridolin Ambongo Besungu (Repubblica Democratica del Congo), 65 anni;
  • Peter Turkson (Ghana), 76 anni.

Gli ultimi 10 Papi

Il nuovo Papa verrà eletto con il Conclave. Ecco chi sono stati gli ultimi 10 Papi:

  • Papa Francesco (13 marzo 2013 – 21 aprile 2025)
  • Papa Benedetto XVI (19 aprile 2005 – 28 febbraio 2013)
  • Papa Giovanni Paolo II (16 ottobre 1978 – 2 aprile 2005)
  • Papa Giovanni Paolo I (26 agosto 1978 – 28 settembre 1978)
  • Papa Paolo VI (21 giugno 1963 – 6 agosto 1978)
  • Papa Giovanni XXIII (28 ottobre 1958 – 3 giugno 1963)
  • Papa Pio XII (2 marzo 1939 – 9 ottobre 1958)
  • Papa Pio XI (6 febbraio 1922 – 10 febbraio 1939)
  • Papa Benedetto XV (3 settembre 1914 – 22 gennaio 1922)
  • Papa Pio X (4 agosto 1903 – 20 agosto 1914)

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