Chiudete gli occhi e immaginatevi bambini. Da qualche parte, nella vostra testa, risuonerà la voce di Pippo Baudo. Una sua introduzione del “Festival di Sanremo”, un “Fantastico”, una delle tante, pigre e sonnecchiose domeniche pomeriggio in cui si stava lì, con mamma e papà, ad aspettare che il Pippo nazionale intervistasse la grande sta internazionale.
Se n’è andato un pezzo del nostro Paese. Se n’è andato un pezzo della nostra vita. Non è un eccesso di retorica o di buonismo, davanti all’ultimo saluto all’ultimo gigante fra i presentatori che hanno traghettato la televisione d’Italia dall’epoca eroica alla modernità. È la presa d’atto e il riconoscimento di un mondo che in lui ha trovato la massima espressione.
Certo, anche quell’Italia “democristiana“, sempre pronta a un colpo al cerchio e uno alla botte, ma maledettamente preparata, intelligente, acculturata, veloce, pronta a qualsiasi emergenza. Coraggiosa, con un’intelligenza che oggi fatichiamo a riscontrare.
Andateveli a rivedere gli ospiti e i temi di quei programmi che abbiamo solo accennato e che sono una piccola parte della gigantesca e incomparabile carriera di Pippo Baudo e troverete tutta Hollywood, ma anche veri e propri giganti della cultura e della politica d’Italia, messi in condizione di affrontare temi che oggi quasi nessuno avrebbe il coraggio di proporre in un grande contenitore televisivo.
Potremmo fare migliaia di esempi, ma uno – a nostro modesto avviso – resta semplicemente fuori scala: Pippo Baudo con Roberto Benigni. Con quella finta aria di quello che si fa prendere un po’ in giro e di sorpresa (ma non era vero…), Pippo Baudo lasciava una libertà espressiva e anche una “cattiveria” nella satira che i nostri tempi (che si vogliono così evoluti e moderni…) possono al massimo sognare o rimpiangere.
Buon viaggio Pippo e grazie per questo gran tratto di vita che hai fatto con noi.
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