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C’è da operare non accertare quel che è certo

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Dopo il nostro articolo sulla scandalosa situazione di malasanità in Calabria sono state presentate delle interrogazioni parlamentari. È bene che la gestione commissariale sia al più presto operativa. 

C’è da operare non accertare quel che è certo

Dopo il nostro articolo sulla scandalosa situazione di malasanità in Calabria sono state presentate delle interrogazioni parlamentari. È bene che la gestione commissariale sia al più presto operativa. 
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C’è da operare non accertare quel che è certo

Dopo il nostro articolo sulla scandalosa situazione di malasanità in Calabria sono state presentate delle interrogazioni parlamentari. È bene che la gestione commissariale sia al più presto operativa. 
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Dopo il nostro articolo sulla scandalosa situazione della sanità calabrese sono state presentate delle interrogazioni parlamentari, ad esempio per sapere se veramente manchi una ricognizione puntuale delle procedure esecutive, dei soldi che devono essere accantonati e, quindi, se i bilanci siano credibili. Fateci sapere, ma la nostra fonte non era Peppino ‘o scuru bensì una relazione della Corte dei conti, sicché tenderemmo a credere che ci sia poco da accertare. Ove mai si dovesse scoprire il contrario, non si potrà non chiederne conto alla Corte. Pare anche che qualche cosa si sia mosso circa l’effettiva entrata in funzione del sub commissario, nominato dal Consiglio dei ministri il 4 novembre dell’anno scorso, ma la cui procedura d’assegnazione è ancora in corso. Che se questi sono i tempi con cui s’affronta il problema non è difficile capire perché sia diventato gigantesco. Così andando si finirà con il cambiare il significato di quella ricorrenza, intestandola alla sconfitta anziché alla vittoria. Non solo sarà bene che la gestione commissariale sia al più presto operativa, ma sarebbe sano fissarle anche una scadenza, perché dopo 11 anni di commissariamento non c’è più nulla che stia in piedi secondo una regolarità oramai dimenticata. Tutto questo, lo ripetiamo, non riguarda solo la Calabria. Già sarebbe molto. Ma si tratta di una vicenda che si svolge, o, meglio, s’inceppa nel cuore stesso dello Stato. Riguarda tutti gli italiani che, del resto, ne pagano costi e conseguenze.  di Gaia Cenol

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