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“Ciao Bru”, Arcangelo Caressa, l’addestratore di Bruno, scrive una commovente lettera d’addio

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Arcangelo Caressa, l’addestratore del cane Bruno – morto a seguito di un avvelenamento – scrive una commovente lettera d’addio

Arcangelo Caressa

“Ciao Bru”, Arcangelo Caressa, l’addestratore di Bruno, scrive una commovente lettera d’addio

Arcangelo Caressa, l’addestratore del cane Bruno – morto a seguito di un avvelenamento – scrive una commovente lettera d’addio

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“Ciao Bru”, Arcangelo Caressa, l’addestratore di Bruno, scrive una commovente lettera d’addio

Arcangelo Caressa, l’addestratore del cane Bruno – morto a seguito di un avvelenamento – scrive una commovente lettera d’addio

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“Ciao Bru’, è il tuo fratello umano che ti parla. Sono certo che sei ancora al mio fianco, anche se non potrò mai più accarezzarti come facevo ogni giorno.

Tutto questo per mano di un codardo, una mano vigliacca che ha deciso di spezzare una vita pura, gentile, luminosa. La tua”. Inizia così la “lettera” affidata ai social e scritta da Arcangelo Caressa, l’addestratore di Bruno, il cane da soccorso premiato da Giorgia Meloni e ucciso con un würstel pieno di chiodi. Una lettera piena di amore e di dolore “sono morto anche io con lui” aveva detto subito dopo l’accaduto Caressa, responsabile del soccorso veterinario ma anche preparatore di cani antidroga e antisommossa. “Sono fiero di te, di ciò che sei stato per me e per tutte le persone a cui hai portato conforto, speranza, salvezza – continua la lettera – Tu non eri solo un cane. Eri la mia ombra fedele, la mia forza nei momenti bui, il battito buono del mondo.

Eri, sei e continuerai ad essere il mio eroe. Ma ora, con il cuore che ancora trema, so che dovrò condividere il tuo ricordo con tutti. Perché eri amore che cammina, coraggio che respira.

Con te hanno portato via anche un pezzo del mio cuore”. Caressa ha raccontato di aver ricevuto minacce di morte e di essere convinto che Bruno sia stato ucciso per colpire lui. “Non lascerò che il tuo nome cada nel silenzio – promette il padrone – Ti farò giustizia in tutti i modi. Perché tu meriti verità, rispetto, memoria. E io, fratello tuo, non smetterò mai di parlare di te. Chi salva una vita non muore mai, vivi ora nei cuori che hai guidato verso casa”.

Bruno era un cane addestrato per la ricerca di dispersi e aveva salvato nove persone. La procura di Taranto indaga per uccisione di animale con le aggravanti di premeditazione e crudeltà. E anche se nulla riporterà in vita Bruno, di lui in questi giorni parla tutta l’Italia. Di un cane eroe ucciso solo per essersi fidato di un uomo. Un uomo proprio come quelli che aveva contribuito a salvare.

Di Annalisa Grandi

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