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Mattarella Cutro

Cutro: l’Italia era l’anello tra l’incubo e il sogno della vita

Il Presidente della Repubblica ha omaggiato oggi le vittime della tragedia di Cutro tra gli applausi dei calabresi
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Cutro: l’Italia era l’anello tra l’incubo e il sogno della vita

Il Presidente della Repubblica ha omaggiato oggi le vittime della tragedia di Cutro tra gli applausi dei calabresi
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Cutro: l’Italia era l’anello tra l’incubo e il sogno della vita

Il Presidente della Repubblica ha omaggiato oggi le vittime della tragedia di Cutro tra gli applausi dei calabresi
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Il Presidente della Repubblica ha omaggiato oggi le vittime della tragedia di Cutro tra gli applausi dei calabresi
Un adolescente siriano che non ha alcuna notizia su genitori e fratelli si accovaccia nel gazebo della Croce Rossa, a un passo dal palasport Milone che accoglie le bare dei migranti. Vorrebbe anche parlare, ma non ne ha la forza.
Un altro, afgano, come ci racconta la portavoce di Save the Children, che si chiede se il padre sia ancora vivo: avrebbero dovuto andare assieme in Svezia. L’Italia era l’anello di congiunzione tra l’incubo e il sogno della vita.
Si grida giustizia nel perimetro del dolore: 100 metri a piedi tra l’Ospedale San Giovanni di Dio e il palazzetto dello sport di Crotone, che avvolgono quel che resta al momento della sciagura di qualche giorno fa, in attesa di notizie su nuovi eventuali migranti che non ce l’hanno fatta nella sfida impari con il mare. Ci sono migliaia di persone. Aspettano, rivendicano un segnale dallo Stato.
Lo Stato è, come spesso è avvenuto durante il suo doppio mandato al Quirinale, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che arriva al nosocomio tra gli applausi dei calabresi. Sono venuti a salutarlo da ogni angolo della regione. Mattarella è di ghiaccio, segnato dalla tragedia, composto nel dolore. Si intrattiene oltre 30 minuti nei reparti che ospitano i superstiti. Discute con i medici, si sofferma con i volontari di Medici Senza Frontiere. Il capo dello stato rappresenta ancora una volta le istituzioni che sanno ascoltare il grido di dolore dei cittadini. Gli si fa incontro il presidente della Regione Calabria, Occhiuto, che invece incassa un’accoglienza abbastanza tiepida.
Non si vedono altri rappresentanti del governo. Non ci sono ministri, non c’è il ministro Piantedosi che invece la folla invoca, per ottenere risposte, per capire perché ci sia stata questa discrasia tra l’allarme di Frontex e il mancato intervento della Guardia Costiera. Non ci sono altri rappresentanti della politica italiana se non Elly Schlein, la nuova segretaria del Partito democratico che si reca nel palasport per un omaggio alle vittime. Decide di non parlare. Lo farà solo in seguito.
Tra le bare, Mattarella diventa un monolite. La sintesi composta del dolore più atroce. Alla sua uscita, applausi, ancora applausi.
Ci sono tanti ragazzi. Studenti di elementari e medie che hanno saltato la scuola per essere presenti, per testimoniare la loro presenza. Hanno lavorato nei giorni precedenti per lasciare il loro ricordo. Alcuni dei cartelloni prodotti lasciano il segno: “Il Cielo non è sempre Blu” recita uno dei cartelloni, colorato e struggente. Negli altri si ricorda, come dovrebbe essere sempre, che non si lasciano morire persone in mare. Si salvano.
di Nicola Sellitti 

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