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dottoressa salva infarto frecciarossa

Si trova per caso su quel treno e salva un anziano colto da infarto

Una 25enne specializzanda in medicina di emergenza cambia treno e salva la vita di un anziano. Una storia a lieto fine che impone una riflessione sulle manovre di primo soccorso
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E pensare che Ines su quel treno non avrebbe nemmeno dovuto esserci:

“Inizialmente avrei dovuto prendere il Frecciarossa successivo, quello delle 19:45. Fortuna però ha voluto che terminassi il turno prima del previsto, così all’ultimo minuto abbiamo cambiato i biglietti in stazione. Evidentemente le cose quando devono succedere, succedono. Sono proprio contenta, non lo dimenticherò mai».
 
Parla così al Corriere della Sera la dottoressa di 25 anni che ha salvato la vita di un 70enne colto da infarto sul Frecciarossa che mercoledì pomeriggio lo stava portando da Roma a Milano.
 
Su quel treno c’era anche la giovane specializzanda in medicina di emergenza presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico della capitale. Ines Carrato, 25 anni, da Vallo della Lucania (Salerno), ha subito praticato il massaggio cardiaco all’anziano che, colto da infarto, aveva perso i sensi.
 
Una manovra salvavita: il passeggero ha subito ripreso conoscenza ed è stato poi affidato alle cure di un’ambulanza alla stazione di Firenze Campo di Marte, dove il treno è stato eccezionalmente fatto fermare. È stato infine portato al pronto soccorso più vicino dove è stato dichiarato fuori pericolo.
 
Tutto è iniziato quando dall’altoparlante è stato invocato l’intervento di un dottore nella carrozza 3. «Al mio arrivo l’uomo stava già parlando con due colleghi, che però erano un neurologo e un medico di medicina generale. Diceva di sentirsi affaticato, sudava e aveva la tachicardia. Poi ha improvvisamente chiuso gli occhi, è scivolato sul sedile, ed è caduto a terra».
 
A quel punto la giovane studentessa campana è riuscita a mantenere il sangue freddo, procedendo con le compressioni toraciche: «Per fortuna è rinvenuto già dopo pochi secondi e, stringendomi la mano, mi ha detto: “Non so come ringraziarti, questa tua botta al cuore l’ho sentita proprio tanto”»
 
Una bella storia che genera una riflessione: cosa sarebbe successo se lì non ci fosse stata Ires? È inammissibile non prevedere l’insegnamento delle manovre di primo soccorso a tutti, durante le scuole dell’obbligo. Salvare vite deve essere sempre una priorità.

Di Giovanni Palmisano

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