Il negoziato è ancora sottotraccia, ma presto dovrà indirizzarsi verso un qualche esito. L’interesse italiano sarebbe quello di chiuderlo entro la stagione estiva, quando il traffico aereo potrà riprendere quota e saranno in gioco le quote di turisti da spostare. L’altro interesse italiano, naturalmente, è quello di negoziare le migliori condizioni, avendo la possibilità di farlo su due diverse sponde. Che sono poi quelle tradizionali e si spera che, a questo giro, non ce le si faccia sfuggire.
Parliamo della neonata compagnia aerea Ita, che è piccola, ma ben amministrata e ben indirizzata, puntando a essere qualche cosa di profondamente diverso dalla reincarnazione dell’eterno fallimento Alitalia. I tedeschi di Lufthansa trattano non solo per un accordo commerciale, ma anche per un ingresso nel capitale, ipotizzando di potere arrivare fino al 40%. Delta, per il tramite dei francesi di Air France, rappresenta l’alternativa. Del negoziato fanno parte non solo gli accordi sui voli, ma anche sugli scali. Sia perché l’Italia è una piazza preziosa – al primo posto per l’arrivo di turisti provenienti da fuori l’Unione europea – sia perché, nonostante la cilecca di Malpensa, i nostri grandi aeroporti possono ben essere hub internazionali.
Tutto questo dovrebbe creare le condizioni, da qui al 2023, sia per essere in attivo operativo, ovvero non perdere soldi, sia per avviare alla riduzione ed estinzione della quota che sarà ancora in mano pubblica. A quel punto Alitalia sarà definitivamente alle spalle. Che cara costò.
di Redazione
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