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L’Ucraina combatte al buio

Il 40% delle infrastrutture energetiche ucraine è stato colpito da missili russi e droni iraniani. Zelensky e gli amministratori locali chiedono di ridurre al minimo il consumo di energia, prima che si arrivi ad un arresto temporaneo del servizio. Intanto il popolo ucraino continua a combattere, anche al buio, per riconcquistarsi la luce della libertà.
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L’Ucraina combatte al buio

Il 40% delle infrastrutture energetiche ucraine è stato colpito da missili russi e droni iraniani. Zelensky e gli amministratori locali chiedono di ridurre al minimo il consumo di energia, prima che si arrivi ad un arresto temporaneo del servizio. Intanto il popolo ucraino continua a combattere, anche al buio, per riconcquistarsi la luce della libertà.
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L’Ucraina combatte al buio

Il 40% delle infrastrutture energetiche ucraine è stato colpito da missili russi e droni iraniani. Zelensky e gli amministratori locali chiedono di ridurre al minimo il consumo di energia, prima che si arrivi ad un arresto temporaneo del servizio. Intanto il popolo ucraino continua a combattere, anche al buio, per riconcquistarsi la luce della libertà.
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Il 40% delle infrastrutture energetiche ucraine è stato colpito da missili russi e droni iraniani. Zelensky e gli amministratori locali chiedono di ridurre al minimo il consumo di energia, prima che si arrivi ad un arresto temporaneo del servizio. Intanto il popolo ucraino continua a combattere, anche al buio, per riconcquistarsi la luce della libertà.
Kyiv – L’Ucraina si prepara alla sua ora più buia, stavolta non solo in senso figurato. Le tenebre avvolgono le città in un silenzio cupo che riporta alla memoria i primi mesi dopo il 24 febbraio. Quell’atmosfera tetra e surreale presagiva ogni notte lo scatenarsi di un inferno che si trattava solo di attendere. Kyiv ha vissuto il suo climax assoluto la notte in cui una colonna di carrarmati lunga 60 km era ferma alle sue porte, pronta a sferrare l’attacco finale. Il mondo attendeva col fiato sospeso una capitolazione già data per scontata. È allora che piazza Majdan (Indipendenza) s’illuminò a giorno di giallo e blu, lanciando un messaggio carico di tutta la sua resilienza ai criminali che volevano conquistare l’Ucraina: noi siamo qui, avvolti nei nostri colori. Non vi aspettiamo al buio. Non abbiamo paura. Ci troverete uniti e uniti vinceremo. Da allora ci si è abituati a spegnere le luci e abbassare le tapparelle allo scattare del coprifuoco. Al tramonto queste splendide città vengono avvolte da un clima surreale. Il 40% delle infrastrutture energetiche del Paese è stato colpito da missili russi e droni iraniani. L’illuminazione stradale è limitata. Zelensky si è appellato a tutti i cittadini affinché riducano al minimo il consumo d’energia elettrica dalle 7 alle 23, chiedendo di prendere seriamente questo problema perché il passo successivo potrebbero essere gli arresti temporanei del servizio. Nella stessa fascia oraria non è disponibile l’acqua calda. Va limitato l’utilizzo di tutti gli elettrodomestici ad alto assorbimento energetico e delle vetture elettriche. Imprenditori e proprietari di spazi pubblicitari sono stati esortati a risparmiare il più possibile sull’illuminazione di schermi e insegne. Le grandi imprese industriali stanno valutando il passaggio temporaneo al lavoro notturno. Oltre ai consigli su come far durare la batteria dello smartphone e prepararsi a un inverno molto duro facendo scorta di coperte e acqua, in tv si alternano gli appelli delle autorità. Colpisce quello di Vitaly Koval, capo della Rivne Ova: «La sicurezza energetica dell’intera Ucraina dipende dal consumo ragionevole di ognuno. Questo è il contributo alla vittoria che siamo chiamati a dare. Coerenza e coscienza sono ciò che il nostro nemico teme di più. Ricordatevi che dietro l’oscurità c’è sempre la luce». Generatori di corrente elettrica a benzina, kit per il fotovoltaico, power bank, torce e batterie tradizionali sono andati a ruba. Dai rubinetti esce acqua marrone perché sono stati danneggiati i sistemi di approvvigionamento idrico. Google Trends segnala che fra le prime richieste digitate in Ucraina sui motori di ricerca compaiono: “Come abbattere un drone” e “Come distruggere un missile con mezzi di fortuna”. Questa gente non mollerà mai. In “Why we fight” (Perché combattiamo), una serie di film di propaganda commissionati dalla Casa Bianca durante la Seconda guerra mondiale e supervisionati da Frank Capra, un protagonista spiega: «Questo è lo scontro fra un mondo di libertà e uno di schiavitù. Siamo determinati affinché, prima che il sole cali su questo terribile sforzo, la nostra bandiera sia riconosciuta da un capo all’altro del mondo come simbolo di libertà». È così ora, come allora. Di Giorgio Provinciali

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