‘Ndrine, latinos e mafie
‘Ndrine, latinos e mafie
‘Ndrine, latinos e mafie
I principali cespiti dei profitti per la ‘ndrangheta derivano dal traffico di stupefacenti (cocaina dal Messico e droghe sintetiche dall’Olanda), dal riciclaggio di rifiuti tossici e dal traffico di armi con il coinvolgimento di mediatori internazionali a favore di Paesi sotto embargo internazionale perché considerati “Stati canaglia” in quanto finanziatori del terrorismo. Tutto questo denaro viene poi ‘lavato’ in attività apparentemente lecite: investimenti immobiliari, grande distribuzione, commercio al dettaglio, perfino energie alternative (eolico in particolare). Approfittando delle lotte intestine di Cosa nostra in Sicilia, negli ultimi vent’anni la ‘ndrangheta ha espanso il suo potere in tutta Italia (soprattutto nel Nord produttivo) e in altri Paesi europei come la Germania, dove la legislazione non prevede tra l’altro il reato di associazione mafiosa.
In questi ultimi anni un nuovo fenomeno si è affacciato alla ribalta della criminalità: gli accordi con le gang dei latinos sudamericani, costituite da giovani immigrati, in special modo dal Salvador. Queste bande criminali mutuano a tutti gli effetti codici e comportamenti di quelle operanti nel Paese di origine, anche se gran parte dei loro membri sono figli di immigrati da tempo inseriti nella nostra comunità. La ‘ndrangheta utilizza (potremmo dire sfrutta) questi giovani: le prime gang sono nate a Genova per poi espandersi nelle periferie degradate di Milano e oggi sono presenti anche a Ostia e sul litorale romano, dove hanno occupato il vuoto lasciato da organizzazioni paramafiose dedite al mercato degli stupefacenti e legate alle famiglie Casamonica, Fasciani et cetera.
La ‘ndrangheta acquista e raffina la droga ma per la rete di spaccio sul territorio ha fatto accordi con le famiglie camorriste campane (e non solo), in parte con Cosa nostra siciliana e ora, appunto, con queste gang di latinos sudamericani. Si tratta peraltro di bande molto violente che ripercorrono le tradizioni più efferate della criminalità messicana, oggi la più feroce in assoluto. Cocaina, pizzo e pistole, mentre le ‘ndrine operano in silenzio e controllano il tutto, arricchendo ogni giorno di più i forzieri telematici dei loro paradisi fiscali.
di Andrea Pamparana
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