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Filippo Turetta in aula

Processo Giulia Cecchettin, Filippo Turetta in aula ammette la premeditazione: “Ho mentito, voglio raccontare tutto”

“Ho mentito, voglio raccontare tutto quello che è successo”, a pronunciare tali parole è Filippo Turetta nell’aula della Corte d’Assise di Venezia. Le sue dichiarazioni

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Processo Giulia Cecchettin, Filippo Turetta in aula ammette la premeditazione: “Ho mentito, voglio raccontare tutto”

“Ho mentito, voglio raccontare tutto quello che è successo”, a pronunciare tali parole è Filippo Turetta nell’aula della Corte d’Assise di Venezia. Le sue dichiarazioni

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Processo Giulia Cecchettin, Filippo Turetta in aula ammette la premeditazione: “Ho mentito, voglio raccontare tutto”

“Ho mentito, voglio raccontare tutto quello che è successo”, a pronunciare tali parole è Filippo Turetta nell’aula della Corte d’Assise di Venezia. Le sue dichiarazioni

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“Ho mentito, voglio raccontare tutto quello che è successo”, a pronunciare tali parole è Filippo Turetta nell’aula della Corte d’Assise di Venezia. Le sue dichiarazioni

Processo Giulia Cecchettin – “Ho mentito, voglio raccontare tutto quello che è successo”. A pronunciare tali parole è Filippo Turetta nell’aula della Corte d’Assise di Venezia. È la prima volta che il 22enne esce dal carcere (lo ricordiamo, è rinchiuso nel carcere di Verona) dopo l’arresto avvenuto in Germania il 19 novembre 2023.

Occhi bassi, sguardo tenuto lontano dai banchi e dal pubblico, voce sommessa: così Turetta racconta la sua verità in aula. Nella stessa aula è presente Gino Cecchettin, il padre di Giulia. In tribunale non si vede invece Elena, la sorella di Giulia: “Oggi e lunedì 28 ottobre non sarò presente in aula – spiega Elena Cecchettin sui social – Non per disinteresse, ma per prendermi cura di me stessa. Sono più di 11 mesi che continuo ad avere incubi, 11 mesi che il mio sonno è inesistente o irrequieto. La mia salute mentale e soprattutto quella fisica ne hanno risentito. Ho perso il conto delle visite mediche che ho dovuto fare nell’ultimo anno. Seguirò a distanza anche tramite i miei legali, tuttavia non parteciperò Sarebbe per me una fonte di stress enorme e dovrei rivivere nuovamente tutto quello che ho provato a Novembre dell’anno scorso. Semplicemente non ne sono in grado”.

“Ho mentito, voglio raccontare tutto. Pensavo di ucciderla da giorni”

“Ho mentito. Voglio raccontare tutto quello che è successo” dice Turetta. Quando il pm di Venezia Andrea Petroni gli chiede se, compilando la lista del 7 novembre (con strumenti per legarla e coltelli, ndr.) avesse già in mente il delitto, lo studente risponde che aveva pensato già di togliere la vita a Giulia: “Quella sera – racconta il 22enne – scrivendo quella lista ho ipotizzato questo piano, questa cosa, di stare un po’ insieme e di farle del male. Ero arrabbiato, avevo tanti pensieri, provavo un risentimento che avessimo ancora litigato, che fosse un bruttissimo periodo, che io volessi tornare insieme e così…non lo so…in un certo senso mi faceva piacere scrivere questa lista per sfogarmi, ipotizzare questa lista che mi tranquillizzava, pensare che le cose potessero cambiare. Era come se ancora non la dovessi definire, ma l’avevo buttata giù”.

“Ho pensato di rapirla”

“Ho ipotizzato di rapirla in macchina, di allontanarci insieme verso una località isolata così sarebbe stato possibile stare più tempo insieme e sarebbe stato più difficile trovarci, dopo inevitabilmente saremmo stati trovati. Poi aggredirla e togliere la vita a lei e poi a me…alla fine è per questo che ho cercato quei luoghi” isolati, sostiene Filippo Turetta.

“Coltelli in auto? Non per suicidarmi. Poi l’ho colpita”

“I coltelli li ho messi in auto in quella settimana, deve essere stato uno di quei giorni: mercoledì, giovedì o venerdì”, prima dell’11 novembre – il giorno del delitto – spiega Turetta. “I coltelli non li ho messi per suicidarmi, come ho detto nel primo interrogatorio, ma sempre al fine di eventualmente aggredirla. Forse ne ho presi due per avere più sicurezza”. Turetta prosegue nel suo macabro racconto: “Quel giorno ho comprato dell’altro scotch, non lo so perché me ne serviva un terzo… Forse perché mi sentivo più sicuro nel farlo, forse perché non sapevo se gli altri due andavano bene”. Turetta ammette di aver stilato la lista di oggetti da comprare (acquisti fatti dal 7 all’11 novembre del 2023) “per un eventuale rapimento”.

Sono frasi spesso incerte quelle di Turetta

“Non lo so, forse l’ho colpita, può essere per questa… non mi ricordo se l’ho fatto o meno in quel momento, ricordo che avevo il coltello in mano e poi si è rotto il manico, forse l’ho colpita…”, dice Filippo Turetta. Il 22enne costringe Giulia Cecchettin a salire in auto e qui “devo essermi girato – racconta – e devo averla colpita anche in macchina. Lei si muoveva e volevo farla stare ferma, l’ho colpita ma non ricordo come… forse un colpo sulla coscia, poi non lo so. Non ricordo quante volte, almeno una volta l’ho colpita poi non so dire quanto e dove… non guardando bene, davo colpi a caso”. 

Nell’area industriale di Fossó (a Venezia) Giulia Cecchettin tenta disperatamente la fuga ma viene poi accoltellata a morte. “Non lo so in quel momento lì, non lo so… – dice Turetta – lei si opponeva, non sarei riuscito mai a riportarla dentro in macchina…“.

di Filippo Messina

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