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Un abisso di orrore

La vicenda della giovane Giulia Tramontano, barbaramente uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello, è un abisso di orrore e di egoismo

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Un abisso di orrore

La vicenda della giovane Giulia Tramontano, barbaramente uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello, è un abisso di orrore e di egoismo

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Un abisso di orrore

La vicenda della giovane Giulia Tramontano, barbaramente uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello, è un abisso di orrore e di egoismo

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La vicenda della giovane Giulia Tramontano, barbaramente uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello, è un abisso di orrore e di egoismo

C’è qualcosa di aberrante che ci rende quasi impossibile provare a raccontare di questo ennesimo caso di una donna uccisa dal proprio compagno. C’è un abisso di orrore e di egoismo, in quello che ha fatto Alessandro Impagnatiello, che ha confessato di aver ucciso Giulia Tramontano, la ragazza di 29 anni che era la sua fidanzata e che aspettava un figlio da lui.

Ci sono le bugie, la doppia vita, addirittura il test di gravidanza falso per dimostrare all’amante che quel figlio non era suo. La telefonata dopo aver ucciso Giulia, per dire che ora “era libero”. Libero, così si sentiva dopo aver ammazzato la mamma di suo figlio.

L’ha accoltellata, voleva bruciarne il corpo. Sono dettagli che si fa fatica persino a scrivere. Vite, due vite, trattate come fossero nulla. Le due vite che avrebbe dovuto proteggere. Ora certo ci sarà chi proverà a cercare una spiegazione. Ad analizzare la personalità di questo ragazzo. A dare un nome a questo orrore.

La verità è che non ci sono spiegazioni. Non c’è giustificazione. Non c’è nulla. Solo il vuoto più totale. Solo l’aberrazione. Niente che si possa definire umano.

Alessandro Impagnatiello è l’abisso, distante anni luce dal messaggio che pur nello strazio ha scritto Chiara, la sorella di Giulia. Un messaggio senza un briciolo di rabbia, e anche per ringraziare “di aver dato la speranza di trovarla”. “Grazie da una famiglia distrutta” scrive la sorella di questa ragazza. Grazie. Non parole di odio. E non servono ulteriori commenti per descrivere la dignità di queste persone. Nulla a che vedere con l’uomo che ha strappato loro una figlia, una sorella, un nipote che non nascerà mai.

di Annalisa Grandi

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