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Arianna Virgolino

Virgolino, la poliziotta lodata e poi espulsa per “colpa” di un tattoo

Arianna Virgolino, l’ex poliziotta lodata dal Ministero degli Interni e poi espulsa per “colpa” di un tattoo, lancia una petizione per abolire la norma sui tatuaggi
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Virgolino, la poliziotta lodata e poi espulsa per “colpa” di un tattoo

Arianna Virgolino, l’ex poliziotta lodata dal Ministero degli Interni e poi espulsa per “colpa” di un tattoo, lancia una petizione per abolire la norma sui tatuaggi
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Virgolino, la poliziotta lodata e poi espulsa per “colpa” di un tattoo

Arianna Virgolino, l’ex poliziotta lodata dal Ministero degli Interni e poi espulsa per “colpa” di un tattoo, lancia una petizione per abolire la norma sui tatuaggi
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Arianna Virgolino, l’ex poliziotta lodata dal Ministero degli Interni e poi espulsa per “colpa” di un tattoo, lancia una petizione per abolire la norma sui tatuaggi
È una storia italiana, semplicemente. Senza cadere in facili luoghi comuni. Ad Arianna Virgolino, 34enne al momento ex poliziotta capace di sventare tre anni fa una rissa tra latinoamericani a Casalpusterlengo (Lodi), è stata consegnata una “lode” da parte del Ministero degli Interni: era intervenuta fuori servizio per disinnescare il pericolo, una prova di coraggio dopo appena due mesi di servizio. Eppure Arianna ora non è idonea al servizio. Lavora in un hotel sul Lago di Garda. L’encomio del questore di Lodi, deciso a novembre 2019, è stato poi “pareggiato” da un provvedimento arrivato (un segno del destino?) lo stesso giorno, ossia la notifica della sospensione dal servizio, a causa di una sentenza del Consiglio di stato del 2020 (su ricorso del Viminale), secondo cui l’agente era un “nocumento all’immagine della polizia di Stato”: inidonea, insomma, non poteva indossare la divisa per cui ha ricevuto un encomio per un piccolo tatuaggio al polso, un cuore disegnato come regalo per il suo 18esimo compleanno. Eppure in giro si vedono agenti tatuati. Altro elemento: Arianna, nel corso delle preselezioni per l’ingresso in Polizia, aveva provveduto a cancellare il tattoo, che però non era sparito del tutto dal polso. Servono infatti più sedute con il laser per la rimozione completa. Insomma, ora Arianna è sospesa, si ritrova la lode del Ministero degli Interni a casa, si è rivolta a un avvocato, per pagarlo racconta di avere venduto l’automobile. Il sogno è tornare in Polizia e per questo ha lanciato sulla piattaforma Change.org una petizione per l’abolizione della norma sui tatuaggi per chi era già in servizio. Come suona questa storia?

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