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Risiko bancario

Assicurazioni Generali campo di battaglia per il Risiko bancario in Italia

UniCredit sempre più agguerrita nell’attuale Risiko bancario italiano, ora punta e apre Assicurazioni Generali

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Assicurazioni Generali campo di battaglia per il Risiko bancario in Italia

UniCredit sempre più agguerrita nell’attuale Risiko bancario italiano, ora punta e apre Assicurazioni Generali

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Assicurazioni Generali campo di battaglia per il Risiko bancario in Italia

UniCredit sempre più agguerrita nell’attuale Risiko bancario italiano, ora punta e apre Assicurazioni Generali

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UniCredit sempre più agguerrita nell’attuale Risiko bancario italiano, ora punta e apre Assicurazioni Generali

UniCredit si dimostra sempre più agguerrita nell’attuale Risiko bancario italiano. Assicurazioni Generali è l’ultimo fronte che la banca di Piazza Gae Aulenti ha scelto di aprire, dopo aver intrapreso le scalate a Banco BPM e Commerzbank. Il Sole 24 Ore ha infatti scritto che UniCredit sta rastrellando azioni della compagnia triestina per accumularne il 4% – 5%. Il Leone è già sotto la lente degli operatori di mercato poiché l’attuale consiglio di amministrazione e il ceo Philippe Donnet stanno lavorando per ottenere la conferma a Maggio. Altri articoli hanno riportato che UniCredit ha iniziato ad acquistare titoli di Generali prima che Monte dei Paschi di Siena lanciasse l’offerta su Mediobanca, azionista dell’assicuratore con il maggiore pacchetto. Alcuni osservatori si sono spinti a dire che MPS avrebbe lanciato questo guanto di sfida per mettere sotto pressione Generali che, oltre a lavorare sul rinnovo della propria leadership, sta negoziando un accordo con Natixis per la gestione patrimoniale.

Molti osservatori ritengono che la logica che spingerebbe Unicredit a incrementare le sue azioni in Generali sarebbe di natura opportunistica visti gli aumenti consistenti di cui hanno dato prova di recente i titoli del leone. Sebbene la banca che Andrea Orcel guida abbia ribadito di voler dare priorità ai dossier Commerzbank e Bpm, le mosse di Unicredit in Generali assumono rilevanza nella la lotta per il controllo dell’assicuratore italiano, specialmente dopo l’offerta che Mps ha lanciato su Mediobanca.

Pur avendo trovato tanti ostacoli per arrivare a conquistare Banco BPM (non ultima l’ipotesi di ricorrere al golden power che il governo ha ventilato) e Commerzbank, il numero uno di Piazza Gae Aulenti non ha esitato a scendere nell’arena per il controllo del Leone, diventando a tal fine determinante come la Famiglia Benetton che ha il 4,8%. Risulta quindi chiaro che il manager userà le azioni che ha rastrellato per farne pesare il ruolo nelle dinamiche per il rinnovo del cda di Generali. I soci di quest’ultima si riuniranno infatti in assemblea il giorno 8 maggio, giovedì. In quell’occasione Mediobanca (13,10% del capitale) fronteggerà la Famiglia Del Vecchio (9,93% tramite Delfin), e Francesco Gaetano Caltagirone (6,92%) che pur agendo separati, hanno più del 16% del Leone. Se Delfin comprasse la quota dei Benetton o quella di UniCredit, diventerebbe primo azionista di Generali, superando Mediobanca che ha rimandato al mittente l’offerta pubblica di scambio “priva di motivazioni industriali e finanziarie” che ha ricevuto da Mps. Nonostante soffino venti di guerra, Donnet ha provato a ostentare tranquillità dichiarando lunedì 3 febbraio a Bloomberg TV che l’interesse a investire in Generali è frutto dei risultati ottenuti negli ultimi anni e del nuovo piano strategico, foriero di una forte remunerazione per gli azionisti.

“Abbiamo presentato un piano convincente, il mercato ha reagito bene e dal 2016 abbiamo generato un total shareholder return del 300%.” ha spiegato l’ex rugbista francese che ha anche ribadito che la joint venture con Natixis nella gestione patrimoniale ha una governance ben bilanciata e che gli esponenti politici italiani riceveranno tutti i chiarimenti opportuni sulle ricadute di quest’accordo per il risparmio gestito. “È fondamentale distinguere tra chi gestisce un asset e chi lo possiede”, ha precisato Donnet, sottolineando che gli assicuratori, inclusi quelli italiani, avranno pieno controllo sulle decisioni di allocazione.

Di Rubén Salva

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