app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app
Eni

Eni, le ragioni dietro l’apertura dei conti k in rubli

La dipendenza dal gas russo non è per noi cancellabile a breve. Eni si sta per ciò tutelando, senza concedere, aprendo due conti presso una banca russa: se negoziato ci sarà, tale materia ne sarà parte.
|

Eni, le ragioni dietro l’apertura dei conti k in rubli

La dipendenza dal gas russo non è per noi cancellabile a breve. Eni si sta per ciò tutelando, senza concedere, aprendo due conti presso una banca russa: se negoziato ci sarà, tale materia ne sarà parte.
|

Eni, le ragioni dietro l’apertura dei conti k in rubli

La dipendenza dal gas russo non è per noi cancellabile a breve. Eni si sta per ciò tutelando, senza concedere, aprendo due conti presso una banca russa: se negoziato ci sarà, tale materia ne sarà parte.
|
|
La dipendenza dal gas russo non è per noi cancellabile a breve. Eni si sta per ciò tutelando, senza concedere, aprendo due conti presso una banca russa: se negoziato ci sarà, tale materia ne sarà parte.

Due cose sono chiare: a. i soldi con cui si pagano le materie prime russe non sottoposte a embargo (che siano dollari o euro) restano sotto sequestro, sicché non disponibili per il pur legittimo proprietario: quindi non è esatto ripetere quello che si è ripetuto mille volte, ovvero che stiamo finanziando la guerra comprando gas; b. i contratti a suo tempo stipulati fra le parti russe e quelle occidentali prevedono il pagamento nella nostra valuta, pertanto ogni diversa pretesa è da considerarsi una modifica unilaterale, non legittima, del contratto.

Purtroppo le cose chiare non sono bastevoli. La dipendenza dal gas russo non è per noi cancellabile in settimane o mesi. Stiamo lavorando in questa direzione, sopportando danni transitori, per arrecare ai russi (se la guerra continua) danni permanenti. Eni, che per noi acquista gas ed è società partecipata dallo Stato, ha annunciato di star aprendo due conti (K) presso una banca russa: uno in euro e l’altro in rubli. Lo fa «in via cautelativa», senza che sia «pregiudizio» per quanto contrattualizzato. In altre parole: ci si prepara, senza al momento concedere. Se un qualche negoziato dovesse prendere corpo, come da settimane ci auguriamo, tale materia ne sarà una parte.

La speranza di rinunciare a questo braccio di ferro non è tanto per il gas, quanto per la devastazione. In caso contrario inutile nascondersi che lo stato di necessità in cui ci troviamo sarà un punto di forza russo, ma anche la ragione di rotture più profonde e durature.

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

La bella frenesia del design

16 Aprile 2024
Da ieri, Milano vive la consueta eccitazione da Salone del Mobile. Noi saremo in Brera dalle 18 …

La ferrovia in Italia da Ferdinando II a Giorgia Meloni

15 Aprile 2024
Le ferrovie italiane che collegano la nostra Penisola da Nord a Sud hanno un grave problema: i c…

Stellantis cadente

13 Aprile 2024
La cassa integrazione infinita, il piano di esuberi di oltre 1500 unità su un pacchetto compless…

Il futuro d’Italia al gelo

12 Aprile 2024
Alla 14ª edizione del Salone del Risparmio di Milano si è parlato di cambiamenti e gelo demograf…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI