Folgorati sulla via dei bitcoin, dopo l’ingresso di Intesa Sanpaolo
A distanza di qualche giorno la sorpresa resta grande per l’ingresso di Intesa Sanpaolo nel microcosmo delle criptovalute
Folgorati sulla via dei bitcoin, dopo l’ingresso di Intesa Sanpaolo
A distanza di qualche giorno la sorpresa resta grande per l’ingresso di Intesa Sanpaolo nel microcosmo delle criptovalute
Folgorati sulla via dei bitcoin, dopo l’ingresso di Intesa Sanpaolo
A distanza di qualche giorno la sorpresa resta grande per l’ingresso di Intesa Sanpaolo nel microcosmo delle criptovalute
A distanza di qualche giorno la sorpresa resta grande per l’ingresso di Intesa Sanpaolo nel microcosmo delle criptovalute
A distanza di qualche giorno la sorpresa resta grande per l’ingresso di Intesa Sanpaolo nel microcosmo delle criptovalute. Un milione di dollari per 11 bitcoin sono certo una goccia nel mare per un istituto di credito con una capitalizzazione di mercato da 69 miliardi di dollari, ma non ci sono motivi per escludere un effetto catalizzatore nel panorama del sistema bancario italiano, invitando così i risparmiatori a considerare la moneta digitale come un asset class. È la prima volta infatti che un istituto di credito del nostro Paese produce un’operazione di trading con il bitcoin, che qualche giorno fa è andato per l’ennesima volta oltre i 100mila dollari e che è stato uno degli investimenti più fruttuosi del 2024, con un incremento dei rendimenti sino al 120%.
L’operazione di Intesa Sanpaolo è di portata mondiale e c’entra l’ingresso in scena di Donald Trump, fresco di giuramento alla Casa Bianca. Durante la campagna elettorale il nuovo presidente degli Stati Uniti aveva addirittura lanciato il suo ‘meme coin’ chiamato “$TRUMP”, andando oltre i 32 miliardi di capitalizzazione e promettendo di rendere gli Stati Uniti ‘la capitale internazionale’ delle criptovalute. Il ‘solito sospetto’ Elon Musk lo aveva pubblicamente appoggiato. Su quest’ultimo sono tra l’altro circolate voci circa un’offerta da 25 miliardi di dollari per acquisire Ripple Labs, considerata la terza (o quarta, secondo le oscillazioni nelle quotazioni) criptovaluta più grande al mondo in termini di capitalizzazione di mercato. C’è insomma un atteggiamento accogliente verso questo settore e il sistema bancario – anche quello europeo – sembra adeguarsi all’aria che tira.
In attesa che prendano sostanza le promesse di Trump, nell’area Ue è entrato in vigore dal 2023 – con recepimento nell’ordinamento italiano da agosto 2024 e competenze di vigilanza affidate alla Consob e alla Banca d’Italia – il Markets in Crypto-Assets Regulation (Micar) sui mercati delle cripto-attività, un sistema sviluppato per garantire una maggiore protezione per gli investitori, oltre che per la stabilità finanziaria e la trasparenza del mercato. Il regolamento introduce requisiti per l’emissione e l’offerta di cripto-attività e fissa norme specifiche per diverse tipologie, tra cui i token collegati a valute (gli stablecoin), i token di utility e altri strumenti finanziari basati su una tecnologia nota come Distributed Ledger Technology (Dlt).
L’Italia si è quindi conformata agli standard europei ed è un passaggio essenziale per assicurare che il settore delle cripto-attività nel nostro Paese operi all’interno di un contesto normativo uniforme e senza ombre. La scelta di Intesa Sanpaolo di puntare sui bitcoin è quindi coerente con il contesto che si è venuto a determinare: secondo il Rapporto Fabi (la Federazione autonoma bancari italiani) su dati riferiti allo scorso novembre, sono 1,35 milioni gli italiani che possiedono criptovalute per un valore 2,2 miliardi di euro. Va anche ricordato che pochi mesi fa il governo aveva intenzione di aumentare dal 26 al 42% le tasse sulle plusvalenze da criptovalute. Poi è stata innestata la retromarcia per l’opposizione di un buon gruppo di parlamentari. L’incremento della tassazione sarebbe stato rinviato al prossimo anno, è probabile che sia più contenuto (il 33% anziché il 42%), ma non è infondata l’ipotesi che possa restare al 26%, la stessa aliquota applicata sulle plusvalenze azionarie.
di Nicola Sellitti
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- Tag: economia
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