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Irpef, il 15% degli italiani paga il 63% delle tasse

“L’Italia è un Paese oppresso dalle tasse, sono troppe”. Spesso abbiamo sentito dire questa frase… Ma è davvero così?

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Irpef, il 15% degli italiani paga il 63% delle tasse

“L’Italia è un Paese oppresso dalle tasse, sono troppe”. Spesso abbiamo sentito dire questa frase… Ma è davvero così?

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Irpef, il 15% degli italiani paga il 63% delle tasse

“L’Italia è un Paese oppresso dalle tasse, sono troppe”. Spesso abbiamo sentito dire questa frase… Ma è davvero così?

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“L’Italia è un Paese oppresso dalle tasse, sono troppe”. Spesso abbiamo sentito dire questa frase… Ma è davvero così?

“L’Italia è un Paese oppresso dalle tasse, sono troppe”. Spesso abbiamo sentito dire questa frase. Ma è davvero così?

Chi paga le tasse in Italia e chi invece prova a fare il furbetto con la dichiarazione dei redditi (se e quando la fa)? I dati del Centro studi “Itinerari Previdenziali” di Alberto Brambilla relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2023 spiegano la (tragica) situazione.

I contribuenti che nel nostro Paese dichiarano almeno 35mila euro di reddito sono circa 6,4 milioni, il 15,27% del totale. Eppure sono coloro che pagano il 63,4% delle imposte. Coloro che invece dichiarano di guadagnare annualmente meno di 15mila sono quasi 17 milioni (il 40,35% del totale) e pagano l’1,29% dell’Irpef complessiva. È quanto si legge nel report del Centro studi “Itinerari Previdenziali”.

“Il 75,8% dei contribuenti dichiara redditi da 0 fino a 29mila euro corrispondendo solo il 24,43% di tutta l’Irpef, un’imposta neppure sufficiente a coprire la spesa sanitaria” si legge ancora.

Quindi, in breve: da una parte i contributi di coloro che dicono di guadagnare almeno 35mila euro (6,4 milioni di contribuenti) ammontano al 63,4% del gettito complessivo che entra nelle casse dello Stato dietro pagamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Dall’altra parte invece 17 milioni di contribuenti che guadagnando meno di 15mila euro all’anno versano – in totale – solo l’1,29% dell’Irpef complessiva.

“Una grande parte di italiani paga così poche imposte (o non ne paga affatto) da risultare totalmente a carico della collettività” spiega Alberto Brambilla. L’Italia è uno Stato “con una forte redistribuzione principalmente a carico dei redditi sopra i 35mila euro lordi l’anno, che peraltro non beneficiano, se non marginalmente, di bonus, sgravi e agevolazioni, in assenza di controlli su una spesa assistenziale che cresce a tassi doppi rispetto a quella previdenziale” aggiunge.

“Non è corretto – sottolinea il presidente di “Itinerari previdenziali” – descrivere l’Italia come un Paese oppresso dalle tasse, poiché i contribuenti su cui grava il carico fiscale e, di riflesso, anche il finanziamento del nostro sistema di protezione sociale, non è che uno sparuto 24,20% di contribuenti con redditi dai 29mila euro in su, i quali da soli corrispondono il 75,57% di tutta l’Irpef”.

Tutti gli 1,3 milioni di autonomi “poveri” sono davvero bisognosi? Non è esattamente così.

A cosa è dovuta tale situazione?

Per quanto possa essere ovvio, purtroppo, sono i “soliti” problemi che ci portiamo appresso da anni e anni. E l’evasione ha un ruolo chiave in tutto ciò. Pensiamo al lavoro in nero, per esempio.

Ma l’evasione non riguarda solo i lavoratori dipendenti, se non in una quota che potremmo definire irrisoria. Molte dichiarazioni dei lavoratori autonomi sono sottodimensionate; sono frequenti i casi di redditi non correttamente dichiarati.

di Filippo Messina

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